6 nov 2015

Capitolo 59 Finalmente a Durban 1951

Kimberley era situata a circa 320 km sud-ovest di Klerksdorp, una città di 60.000 persone, in una zona
mineraria. William Branham arrivò a Kimberley mercoledì, 17 ottobre 1951. La sua fama lo precedeva.
La prima sera in Kimberley pregò per gli ammalati in una chiesa che poteva contenere 500 persone
sedute. Purtroppo dieci volte tante avrebbero voluto entrare.
La mattina seguente, Fred Bosworth parlò con il Comitato Nazionale per ottenere un posto più
grande per portare avanti la campagna di guarigione. Con sua sorpresa, la commissione lo negò
Avevano promesso ad un certo pastore che gli incontri di Kimberley si sarebbero tenuti nella sua chiesa
e ora non si sentivano di tornare indietro dalla loro parola.
Fred Bosworth cercò di ragionare con il pastore stesso. “Guarda, fratello, le strade ed i campi
sono affollati da migliaia di persone malate che vogliono una preghiera. Vuoi dirmi che vuoi ancora
avere le riunioni nella tua piccola chiesa”?
“Hanno promesso che avrebbero tenuto le riunioni nella mia chiesa”, disse il pastore
ostinatamente, “Così saranno nella mia chiesa”.
“Ridicolo”, disse arrabbiato Bosworth. Tornato alla casa dove soggiornava Bill, Bosworth si
lamentò: “ Fratello Branham, hai mai sentito di un predicatore che agisce in modo così egoistico”?
Bill prendendolo in giro, disse: “Questo è «oltremisura e abbondantemente», come dicevi.
Fratello Bosworth, non vedi che siamo fuori dalla volontà del Signore"?
Imperterrito, Fred Bosworth decise di vedere cosa avrebbe potuto fare per conto suo. Chiedendo
in giro per Kimberley, alla fine riuscì ad avere la locale arena sportiva che poteva contenere migliaia di
persone e là tennero i servizi per i seguenti quattro giorni.
Quando Bill preparava i piani per visitare il Sud Africa, si immaginava di predicare a indigni di
pelle nera. Invece, si trovò a predicare ad Afrikaans di pelle chiara, d’origine europea. Questo lo
demoralizzò tanto quanto il “sacro” itinerario del Comitato Nazionale. Desiderava vedere come la
popolazione indigena avrebbe ricevuto un Vangelo soprannaturale, ma questo gli era stato negato da
quando era in Sud Africa, da più di 21 giorni. Infine, al termine della sua settimana a Bloemfontein
(160 km a sud di Kimberley), il Comitato Nazionale aveva programmato per lui un servizio con noneuropei
per la domenica mattina.
Gli indigeni cominciarono a raccogliersi in Bloemfontein presso il campo di calcio ben prima
dell’alba del 28 ottobre 1951. Alle 10:00, quando Bill arrivò, oltre 12.000 persone erano sedute sul
campo da gioco – un mare di facce nere, molte delle donne indossavano bandane bianche o rosse. Ern
Baxter spiegò il piano di Dio per la salvezza mediante la fede in Gesù Cristo. Quando Bill andò al
microfono, spiegò la relazione tra fede e guarigione. Poi giunse il momento di mettere la fede in azione.
Uno ad uno vennero davanti all’evangelista americano – e ad uno ad uno disse loro chi erano e quali
erano i loro problemi. Prima che una dozzina di persone fosse passata attraversato la linea di preghiera,
questi indigeni furono convinti che Gesù Cristo era effettivamente presente. Dopo una sola preghiera
generale, centinaia d’africani furono guariti. Nelle settimane che seguirono, i pastori locali e i
missionari, valutarono i risultati di questi meeting con la raccolta di testimonianze di guarigioni e
miracoli. I risultati erano sbalorditivi: occhi ciechi aperti, tumori guariti, tutti i tipi di malattie curate, e
paralitici guariti. Un autista d’autobus disse: “Ho portato uno zoppo col mio autobus ad una riunione,
ma quando è tornato, egli poteva camminare da solo”. In tutto i ministri locali e i missionari stimarono
che un migliaio di persone erano state guarite in quest’unico servizio di preghiera di Branham.
Ciò era esattamente quello che Bill aveva sperato di vedere in Africa – menti genuine che
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accettano Gesù, quando vedono Cristo manifestato davanti a loro in maniera sopranaturale. Bill
implorò il Comitato Nazionale di programmare più riunioni per questi indigeni, ma la commissione
disse di no, ripetendo il loro stesso argomento sull’impegno per quelle date già stabilite. Bill non
poteva credere all’ostinazione e alla miopia di questi uomini denominazionali. Agivano come se
quell’itinerario fosse l’undicesimo comandamento.
Lasciato Bloemfontein, il gruppo Branham si trasferì a Capetown a 1.500 km sud-ovest. Qui i
meeting seguirono un modello simile a quelli in Bloemfontein – cinque giorni di servizi di guarigione,
con la domenica mattina a parte per i nativi africani.
Bill fu turbato dal trattamento che era serbato a questi nativi neri. Le riunioni per gli Afrikaans
bianchi si svolgevano in un enorme hangar all’aeroporto Wingfield. Con l’hangar a porte aperte più di
10.000 persone erano in grado di partecipare al servizio. I neri africani, d’altra parte, dovevano
utilizzare la Drill Hall, un edificio molto più piccolo all’interno del limite della città. La gente era così
ansiosa di sentir parlare William Branham che iniziavano a mettersi in fila all’esterno della Drill Hall
alle l: 30 del mattino. Alle 6:00 la folla era già di 8.000 anime. Purtroppo, quando finalmente le porte
alle 9:00 si aprirono solo 3000 indigeni poterono accalcarsi al suo interno. Il miope Comitato Nazionale
non aveva nemmeno pensato a disporre gli altoparlanti al di fuori della sala, così le persone fuori nella
strada non furono in grado di ascoltare.
Bill sentì la sua frustrazione aumentare come il mercurio di un termometro in una mattina
d’estate. Certo, il Comitato Nazionale doveva assumersi gran parte della colpa per questo guazzabuglio
di cattiva organizzazione. Bill sentiva che anche lui aveva un po’ di colpa. Aveva accettato, però a
malincuore, di seguire la volontà del Comitato Nazionale, anche se sapeva che non era la volontà del
Signore. L’angelo lo aveva avvertito che avrebbe dovuto soffrire per questo. Egli si chiedeva se fosse
stato questo a cui l’angelo si riferiva. Ma non lo era.
La campagna a Capetown si concluse il lunedì sera. Il martedì viaggiarono per oltre 640 km ad
ovest lungo la costa, arrivarono a Port Elizabeth prima del buio. La prima riunione a Port Elizabeth si
svolse la sera seguente, il 7 novembre 1951, in un grande auditorium chiamato Feather Market Hall.
Anche in questo caso gli organizzatori avevano drasticamente sottostimato il bisogno e migliaia di
persone non poterono entrare nell’edificio. Di conseguenza, per il resto della settimana la campagna di
guarigione per fede a Port Elizabeth, si svolse presso lo stadio Davis, un’arena dello sport con un
ampio spazio.
Bill si svegliò una mattina con una fitta di dolore nell’addome. Sul momento pensò che fosse
una cosa da nulla. Quando il dolore persisté per tutto il giorno, cominciò a preoccuparsi. Che cosa
sarebbe se la misteriosa malattia allo stomaco fosse ritornata ad affliggerlo? Da molti giorni ormai
sentiva gli effetti accumulati dei suoi strenui appuntamenti. Nel 1947 l’esaurimento gli aveva scatenato
i guai allo stomaco. A quel tempo era stato pressato per più di un anno, notte dopo notte, pregando per
lunghe file di malati e di persone afflitte fino alle prime ore della mattina, fino a quando era crollato
sulla piattaforma. Poi la malattia lo aveva costretto a sospendere le sue campagne. Il suo stomaco era
diventato acido come un limone e lui era quasi morto per le complicazioni. Stava succedendo di
nuovo? Il Comitato Nazionale lo stava logorando, non dandogli tempo per riposare. Essi non
comprendevano in che modo queste visioni soprannaturali consumavano la sua energia naturale.
Ma peggio del suo esaurimento era il crescente dolore dentro l’addome. Quando raggiunse East
London, sulla costa, a 240 km da Port Elizabeth, Bill era sicuro che questo dolore non fosse come il suo
vecchio nemico mal di stomaco. Questi crampi li sentiva sotto lo stomaco e il dolore gli provocava fitte
più acute della nausea. Quando anche gli altri che viaggiavano con lui cominciarono ad ammalarsi, Bill
capì che proveniva da qualcosa di locale, forse da qualcosa che avevano mangiato o bevuto.
Dopo cinque notti in East London, si diressero a Durban, 480 km più lontano, sulla costa
orientale dell'Africa. Mentre erano per strada, Bill vide la visione di una donna nativa che giaceva su un
lettino. Ben presto la strada passava vicino ad un tipico villaggio di indigeni. Bill chiese al suo autista
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di fermare l'auto. Bill e coloro che viaggiavano con lui scesero ed entrarono nel villaggio dove Bill
indicò una capanna che sembrava esattamente come tutte le altre capanne intorno ad essa. "Là dentro
troveremo una donna distesa su di un lettino. Lei è molto malata con la tubercolosi. È una donna
cristiana e parla inglese".
Quando entrarono nella capanna, lei giaceva là, esattamente come Bill l’aveva descritta. La
donna disse loro in inglese, “Sono stata a lungo in preghiera per aver la guarigione. Gesù mi ha
promesso che avrebbe inviato un profeta da un altro paese per pregare per me, e che sarei guarita”.
Il Signore Gesù ha mantenuto la sua promessa.
Raggiunsero Durban martedì, 20 novembre 1951. Bill fu colpito dal forte sapore asiatico di questa
grande metropoli. I risciò percorrevano i viali. Donne Indiane, vestite con i loro tradizionali sari,
condividevano la piazza del mercato con donne musulmane vestite di nero e con donne indigene di
pelle scura, alcune delle quali avevano anelli in ottone intorno al collo e ai polsi. I Sikh dalla barba
nera, con turbanti bianchi sulle teste e lunghi coltelli nascosti nelle loro fusciacche, erano mescolati con
alti africani tribali quasi nudi, dipinti di fango, con i loro capelli crespi decorati con piccole ossa e i lobi
delle orecchie tesi con grossi anelli. Quando Bill chiese il perchè di questa diversità, il reverendo
Schoeman spiegò che Durban aveva una popolazione di 440.000 abitanti, di cui 130.000 erano
aborigeni africani, 110.000 erano Afrikaans europei e 200.000 provenienti dall'India. Originariamente
questi indiani erano stati importati come schiavi per lavorare nelle miniere. Essi erano ancora attaccati
alle loro tradizioni asiatiche, comprese le loro religioni: Induismo, Buddismo e Islam.
La prima riunione si svolse a Durban il mercoledì sera alla City Hall, ed era limitato ai soli
sudafricani bianchi. Coloro che non poterono entrare nell’edificio ascoltavano attraverso gli altoparlanti
posizionati nei giardini circostanti. L’aspettativa era alta e molti di quelli che vennero su una sedia a
rotelle o nelle barelle andarono via senza di loro.
Il giovedì pomeriggio, il servizio fu trasferito in un gigantesco stadio per le corse dei cavalli
chiamato Grayville Race Course. Oltre 20.000 persone sedevano in una tribuna ombreggiata e ancora
v’era spazio per altri. Quando Bill salì sulla piattaforma per parlare, fu sorpreso nel vedere la folla
composta da indigeni, indiani bruni e europei bianchi. Egli chiese a Sidney Smith, sindaco della città di
Durban, “Pensavo che in Sud Africa ci fosse la legge sulla segregazione che ci impediva di avere
bianchi e neri nella stessa riunione”.
“Ci sono le leggi di segregazione”, spiegò il sindaco, “Se guarda attentamente, le razze sono
segregate. Vede tutte quelle recinzioni”?
Ora Bill notò i cordoni bianchi che recintavano la folla. “Ma, perché alcune di quelle recinzioni
corrono tra la gente nera”?
“Quelle recinzioni separano le diverse tribù – Bantu, Swazi, Xhosa, Zulu – ci sono più di una
dozzina di diverse tribù qui e alcuni di loro sono nemici”.
“Perché non potevamo fare così in altre città”? Chiese Bill.
“Avremmo potuto raggiungere un maggior numero di persone con il Vangelo”.
“Durban è l’unico luogo in cui il governo ci ha dato il permesso di farlo”.
Ora Bill capì il motivo per cui l’angelo del Signore gli aveva detto di andare direttamente a
Durban e di rimanervi fino a quando non gli avrebbe detto di andare via. Oh, se solo non avesse
disobbedito alle direzioni dell’angelo. Come stava soffrendo per quell’errore. Ora il suo addome gli
doleva continuamente. Si sentiva come se avesse un ratto nelle viscere che gli rodeva l’intestino.
Doveva aggrapparsi al pulpito per non doversi piegare in due dal dolore, – anche se la linea di
preghiera veniva avanti, anche se le visioni si aprivano davanti a lui ed egli discerneva i segreti dei
cuori degli estranei, anche se quelle persone venivano guarite.
“Padre celeste, perdonami”, Bill pregava in silenzio, mentre aspettava che i numerosi interpreti
traducessero la sua ultima frase in 15 lingue diverse. “Gesù, mi dispiace per il mio errore. Mentre
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guarisci questi altri, guarisci anche me”.
Ma non aveva visione per il suo sollievo. Sembrava come se Dio avesse girato le spalle al
bisogno del Suo profeta, mentre non trascurava il più piccolo bisogno fra il resto del Suo popolo.
Tormentato dal rimorso, Bill sentiva come se lui meritasse questo rifiuto. L’entusiasmo del pubblico
cresceva, mentre uno ad uno i problemi delle persone nella linea di preghiera venivano rivelati senza
errore ed i pazienti venivano guariti. Quando un ragazzo indiano sordomuto sentì e parlò per la prima
volta nella sua vita, la fede della folla crebbe traboccante. Bill alzò la voce in preghiera, esortando i
paralitici, i malati, i muti e i ciechi ad accettare ora la loro guarigione dalle mani del Salvatore risorto,
Gesù Cristo. Ma molto tempo prima che l’ultimo interprete finisse di tradurre questa preghiera, uomini
e donne, vecchi e giovani, saltavano fuori dalle sedie a rotelle o buttavano da parte le stampelle;
bambini che slegavano i lacci dell’apparecchio ortopedico e gettavano via il congegno.
Tragicamente, anche se lo strepito della vittoria cresceva più forte, Bill fu portato via dalla
piattaforma piangendo dal dolore, avendo bisogno del sostegno di due forti uomini.
I visitatori continuavano a riversarsi in Durban, rallentando il traffico della città al passo di un
ippopotamo sprofondato nel fango fino al torace. Per il venerdì pomeriggio, la folla a Greyville Race
Course raddoppiò a più di 40.000 persone. Venendo al servizio con Sidney Smith, Bill vide molti nativi
sulla strada che portavano piccole statue fatte a mano. Aveva letto in merito a tale idolatria nella
Bibbia, ma questa era la prima volta che lo aveva visto con i suoi occhi. “Guardate quella gente con i
loro idoli”, commentò.
Il sindaco disse: “Alcuni di loro sono cristiani”.
“Cristiani?” Bill disse con stupore. “Cristiani con idoli”?
“Sì. Qui un sacco di cristiani indigeni sono ancora aggrappati ai loro idoli ancestrali”.
“Questo è strano. Mi piacerebbe parlare con uno di loro. Può parlare la lingua di quel tipo là”?
Parcheggiato al lato della strada, il sindaco e il suo ospite uscirono dalla macchina e si
avvicinarono ad un massiccio uomo nero, alto circa 2 m. e 10 che doveva pesare almeno 135 kg. Come
Bill si avvicinò, potè vedere che l’idolo era macchiato di sangue disseccato. Con l’aiuto del sindaco,
Bill chiese all’indigeno: “Sei cristiano”?
“Oh, sì”, rispose il nativo. “Io sono un cristiano da molti anni”.
“Perché porti addosso quell’idolo”?
“Mio padre prima di me portava questo dio, ovunque si recava. Un giorno era a caccia da solo
nella savana, quando incontrò un leone sul suo sentiero. Mio padre accese un fuoco e pregò questo dio
con gli incantesimi del nostro stregone e il leone se ne andò. Ora anch’io porto questo dio, ovunque
vado. Se il dio dei missionari non riesce, allora questo dio non mancherà”.
“Credo che stia mettendo la sua fede nella cosa sbagliata”, Bill lo rimproverò. “Io sono un
cacciatore, ho familiarità con il mondo selvaggio. Non è stato l’idolo che ha fatto scappare il leone, ma
è stato il fuoco”. Il nativo sembrò scettico. Bill chiese “Verrai alla riunione di questo pomeriggio presso
l’ippodromo”?
“Domani”, mugugnò.
“Bene. Quindi domani vedrai che Gesù non manca mai”.
Domenica, 25 novembre 1951, si tennero tre servizi e fu battuto il record di presenze al
Greyville Race Course. Non solo la tribuna era piena, ma anche il campo, nel quale diverse tribù native
sedevano sul terreno, divise da recinzioni come mandrie di bestiame. Il reverendo Bosworth ministrò il
servizio della mattina e il reverendo Baxter predicò nel pomeriggio. Il servizio serale era stato riservato
a Bill per la predicazione e la preghiera per i malati.
Bill utilizzava 15 interpreti per parlare. Era un processo lento, aveva bisogno di un’ora e mezza
per predicare quello che normalmente poteva essere un sermone di15 minuti. Bill diceva, “Gesù Cristo
è il Figlio di Dio”. Il primo interprete faceva un suono come il chiocciare di un pollo; il secondo
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interprete sembrava ululasse come uno sciacallo; il terzo interprete era completamente diverso dai
primi due, e così via di seguito. (Negli anni passati Bill si era chiesto spesso a riguardo di I° Corinzi
14:10, dove Paolo dice che non vi è nessun suono senza significato. Ora, dopo aver sentito queste
lingue peculiari, comprese ciò che l’apostolo Paolo intendeva.) Infine, il quindicesimo interprete
terminò la frase, e Bill continuò, “Gesù venne sulla terra per salvare i peccatori”. Il processo iniziò
nuovamente.
Mentre gli interpreti continuavano a ripetere ciò che aveva detto, Bill andò sul retro della
piattaforma e chiese a Sidney Smith: “Che cosa succede giù sul prato? C’è una lotta”?
Anche il sindaco stava guardando il trambusto. “Non saprei. Manderò un poliziotto a
controllare”. Subito dopo il poliziotto ritornò con il resoconto. “Fratello Branham, una donna indigena
ha appena partorito, laggiù tra la folla. Sembra che sia tutto a posto”.
“Lei non va a portarla fuori”?
“Ci siamo offerti di farlo, ma appena il bambino uscì iniziò ad allattarlo al seno e dice che vuole
rimanere per il servizio di preghiera”.
Tale determinazione spiazzò Bill. Se l’aspettativa di quella nuova madre rappresentava il
desiderio del resto della folla, oggi sarebbe stato senz’altro un grande servizio di guarigioni.
Non erano state date carte di preghiera; invece alcuni missionari avevano semplicemente scelto
una dozzina di persone malate mettendole in fila per la preghiera. La prima persona a venire avanti
nella linea di preghiera, fu una donna di discendenza indiana. Il suo corpo era avvolto in un variopinto
sari e la fronte, al centro tra gli occhi, era decorata da un puntino rosso – il simbolo kumkum,
considerato un marchio di bellezza nella cultura indù.
Proprio come aveva fatto Gesù con la donna samaritana, Bill parlò brevemente con questa
donna per contattare il suo spirito. “Signora, per quale motivo, lei indù, viene a me, cristiano, per un
aiuto? Perché non va dai suoi sacerdoti”?
“Loro non possono aiutarmi”, rispose la donna.
Sopra di lei si schiuse una visione, mostrandola in uno studio medico che ascoltava la diagnosi
del dottore. Bill disse: “Signora, lei ha la tubercolosi. Credo che se lei accetta Gesù Cristo come suo
personale Salvatore, Egli la guarirà”.
Immediatamente la donna s’inginocchiò su un ginocchio, piegò la testa, prese un lembo della
lunga gonna e pulì via il puntino rosso tra gli occhi. Bill vide balenare una luce intorno a lei. “Sorella”,
egli disse, “Gesù Cristo ti ha appena guarita. Vai per la tua via e serviLo per il resto della tua vita”. Un
mormorio collettivo si elevò tra il pubblico e Bill potè vedere altre donne indù sputare sulle loro dita e
poi strofinare via i propri punti rossi. Qualcuno nella folla gridò “ Krishna”! Altri indù ripresero il coro.
“Krishna! Krishna”! Gridavano, pensando che l’evangelista americano avesse detto il nome di uno dei
loro dèi. (Krishna è una forma terrena del dio indù, Vishnu).
Alzando le mani per farli tacere, Bill spiegò: “No, non ho mai detto Krishna. Ho detto Cristo”, e
pronunciò il nome distintamente, sottolineando ogni lettera”, “Gesù Cristo. Io non sono un Krishna;
sono un servo di Gesù Cristo”.
La persona seguente nella linea era una giovane donna d’origine europea. Sembrava essere in
buona salute. Mentre si avvicinava Bill poteva sentire un gradito spirito su di lei. Egli disse: “Vedo che
sei una cristiana”. Lei lo affermò. “Sorella, vedo che vai in chiesa. Voi appartenete alla chiesa riformata
olandese”. Poi fece una pausa, perplesso. C’era qualcosa di diverso su questa donna. Spesso, in una
visione, vedeva una luce brillante intorno al paziente, indicando che la persona era stata guarita. Ma in
questa visione, tutto era sempre più scuro, come la raccolta delle tenebre prima della notte. “Sorella,
pochi giorni fa ha fatto una visita da un medico. Suo marito aspettava nella sala, mentre il medico la
esaminava. Suo marito ha i capelli neri e i baffi, e lui indossava un vestito grigio. Il medico è un uomo
dai cappelli grigi e porta gli occhiali. Il dottore ha detto che avete una cisti nelle ovaie. Non è in
pericolo di vita, ma il medico vuole rimuoverla lo stesso. La donna fece cenno di sì. Mentre Bill
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parlava, la visione si scuriva sempre più intorno a lei. Stava per dire: "Il Signore vi benedica e la
guarisca, sorella", e lasciarla andare con un po' di speranza, ma prima che egli potesse dire questo, la
visione si spostò in una processione funebre e vide gli uomini che portavano la sua bara alla tomba. Bill
comprese allora che la sua vita stava per finire e decise di dirglielo chiaramente. "Signora, lei è una
donna forte. È solo un piccolo male, una piccola cisti sull'ovaio. Ma si prepari alla morte, perché così
dice il Signore, ha solo un breve periodo di tempo da vivere".
Gli occhi della donna si spalancarono, ansimando disse: “signore”?
“Proprio così, sorella. Sia sicura che il suo cuore sia a posto con Dio”. Mentre questa donna
lasciava la piattaforma, un uomo bianco ben vestito accompagnava un ragazzo indigeno su per gli
scalini della piattaforma. L’uomo si fermò a 4 metri dall’evangelista americano, mentre il ragazzo
venne avanti da solo. Bill diede uno sguardo al ragazzo e disse: “Chiunque può vedere che questo
ragazzo ha gli occhi strabici. Io non posso guarirlo, ma Gesù Cristo lo può. Forse Dio mi mostrerà
qualcosa che incoraggerà la fede del ragazzo”. Fece una pausa, guardando evolversi il passato del
ragazzo. “Vedo una donna Zulu alta e magra con un bimbo in braccio che mostra a suo marito che il
bambino è strabico. So che la famiglia è cristiana, perché nella visione li vedo pregare davanti ad una
croce”. Quando questo fu ripetuto dall’interprete Zulu, la madre e il padre si alzarono e gridando e
agitando le mani dicevano che era vero.
Nel frattempo, il ragazzo aveva chinato il capo.
Bill disse: “Non ho bisogno di pregare perché il ragazzo è già guarito. Puoi andare adesso”.
Il giovane Zulu alzò la testa e sorrise. Era vero, i suoi occhi ora, erano allineati e normali. Il
ragazzo lasciò la piattaforma, ma l’uomo che lo aveva portato lassù si avvicinò, dicendo: “Signor
Branham, voglio parlare con lei un minuto”.
Ern Baxter si frappose nel suo cammino. “Non permettiamo a nessuno di parlare con il fratello
Branham quando è sotto l’unzione”.
“Voglio solo fargli una domanda”.
Girandosi verso i due uomini, Bill disse: “Va bene, Fratello Baxter. Lascia parlare il dottore”.
“Come fa a sapere che sono un medico”?
Bill ignorò la domanda “Che cosa posso fare per lei, dottore”?
“È vero, sono un medico britannico. Ho esaminato il ragazzo prima che venisse qua e l’ho
esaminato nuovamente appena un momento fa. I suoi occhi erano strabici e ora non lo sono più. Come
ha fatto? Lo avete ipnotizzato”?
“Se l’ipnosi raddrizzasse gli occhi strabici, voi medici dovreste farlo. Ma non era l’ipnosi, è
stata la potenza di Dio”.
“Signor Branham, sono solo un membro di una chiesa. Ma ora che ho visto un Dio così
tangibile che può raddrizzare gli occhi strabici, voglio accettare Gesù Cristo come il mio Salvatore, e
voglio dirlo all’intero pubblico”.
Circa dieci minuti erano trascorsi da quando la donna con le cisti ovariche aveva lasciato la
piattaforma. Mentre il medico britannico parlava alla folla, un messaggero giunse fino alla piattaforma
e borbottò eccitato ad uno degli interpreti, il quale poi riferì a Bill, “Sai quella donna alla quale hai
detto di prepararsi a morire? È appena morta. Quest’uomo conosce il marito ed era seduto accanto a
loro. Quando la donna tornò al suo posto, disse a suo marito: “Bene, tu cosa ne sai di ciò; e prima che
egli potesse risponderle, cadde morta proprio lì”. (Più tardi seppero che morì per un attacco di cuore.)
L’ultimo a venire nella linea di preghiera, era un uomo nero che camminava carponi sui piedi e
sulle mani. Ovviamente era mentalmente ritardato. Un custode tratteneva questo gobbo per mezzo di
una catena fissata al collare di un cane intorno al suo collo.
Guardando questa povera creatura, Bill disse con affetto: “Se potessi aiutarlo, lo farei. La verità
è che non posso fare niente per lui. Ma Gesù Cristo può farlo. La vita di quest’uomo non può essere
nascosta, perché l’angelo del Signore è qui”. Quando la visione venne, rivelò qualcosa di inaspettato.
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Bill disse: “So che questo ragazzo è cresciuto in una casa cristiana, perché vedo un’immagine di Gesù
appesa al muro della sua baracca. Egli è nato deforme, in questa condizione. Ma adesso non è
interessato per sé; è preoccupato per un fratello. Quattro anni fa un fratello minore, si ferì cadendo da
un grande cane giallo o una capra. Ora suo fratello è zoppo e deve usare le stampelle, quando cammina.
Così dice il Signore, suo fratello è guarito”.
In quel momento un grido trafisse l’aria. Da dietro, tra il pubblico, un alto uomo nero agitava le
stampelle sopra la testa, e urlava nella sua lingua che lui era il fratello e che adesso era stato guarito.
La folla ribolliva rumorosa con entusiasmo a motivo di questo miracolo, e ci vollero molti
minuti prima che si tranquillizzassero abbastanza, in modo che potessero ascoltare. Bill guardò
pazientemente la confusione rumorosa, poi portò di nuovo la sua attenzione al patetico uomo gobbo di
fronte a lui. Un’ombra blu apparve in aria, rivelando una visione di quest’uomo dritto in piedi e che
camminava normalmente. Bill disse al pubblico, “Avete visto che Gesù Cristo ha guarito il fratello di
quest’uomo.
Se ora Dio guarirà quest’uomo deformato e ritardato mentale, quanti di voi vorranno servire il
Signore Gesù”?
Mani nere, marrone e bianche si alzarono per tutto lo stadio. Bill disse al custode di rimuovere
la catena intorno al collo dell’uomo. Il custode scosse la testa, preoccupato e forse con un po’ di paura.
Bill insistette. “Alzate l’uomo in piedi e liberatelo dalla catena. Dio lo ha liberato”. A
malincuore, il guardiano fu obbligato a sganciare la catena e sollevare le spalle dell’uomo. Non ebbe
bisogno di molto aiuto. La sua colonna vertebrale scricchiolò una dozzina di volte, mentre si
raddrizzava, rimanendo in piedi con una perfetta posa di fronte a 50.000 persone. Bill mise il suo
braccio intorno alla vita nuda dell’uomo e camminò con lui fino al bordo della piattaforma, per poi
ritornare al pulpito. L’uomo sorrideva e salutava il pubblico con le mani, confermando che la sua mente
era stata risanata sopranaturalmente.
La folla si muoveva con un rumore sordo come un terremoto e cogliendo la sua opportunità,
Bill chiese: “Quanti di voi ora, vogliono ricevere Gesù Cristo come proprio Salvatore”?
Migliaia e migliaia di mani si sollevarono. Ern Baxter disse: “Fratello Branham, penso che sei
stato frainteso. Devono aver pensato che stavi chiedendo loro se volevano guarigione fisica. È meglio
rifare nuovamente questa domanda tramite gli interpreti”.
Così Bill disse al microfono. “Non chiedevo se volevate guarigione fisica. Chiedevo se volete
accettare Gesù Cristo come vostro personale Salvatore. Se Lo accettate alzatevi in piedi”.
Migliaia di persone si alzarono. Bill chiese: “Prima che Gesù entri nel vostro cuore, dovete
rinunciare prima alle vostre false divinità. Voi gente che avete gli idoli appesi, voglio che ve li
strappiate via proprio adesso”.
Una nube di polvere sorse dal campo, mentre gli uomini e le donne gettavano i loro idoli
d’argilla al suolo. Bill per primo pregò ad alta voce per la loro salvezza, poi pregò in massa per la
guarigione di coloro che erano ammalati e sofferenti. Migliaia di questi nuovi cristiani gridarono che
erano stati guariti.
Il giorno successivo, al loro albergo, Fred Bosworth non poteva smettere di parlare della
riunione della domenica sera. “Fratello Branham, mentre la gente andava via, hanno fatto un grande
cumulo delle loro stampelle, lettini, sedie a rotelle e protesi. Io stavo lì piangendo di cuore. In tutti i
miei 40 anni di predicazione del Vangelo e di preghiera per i malati, non ho mai visto un meeting che
corrispondesse a questo”.
Il sindaco Sidney Smith, disse: “Fratello Branham, venite qua e guardate fuori dalla finestra.
Quei camion sono riempiti con le stampelle e le cose che la notte scorsa le persone hanno lasciato
indietro”.
Quando Bill guardò, vide sette grandi camion per bovini passare davanti all’hotel, seguiti da
centinaia di persone che erano state guarite – nativi d’ogni tribù, mescolati, non più nemici, braccio a
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braccio, cantando il cantico tema nelle Campagne Branham, “Solo credi; solo credi; tutto è possibile;
solo credi”.
Smith disse: “Abbiamo stimato che c’erano 50.000 persone alla riunione di ieri sera – più di
100.000 persone, se contiamo tutti tre i servizi domenicali. Ieri ci devono essere state 30.000 persone
che hanno dato il loro cuore a Gesù Cristo. Non c’è modo di sapere quante migliaia sono state guarite”.
“Ed io così ammalato ho potuto a stento stare in piedi”, aggiunse Bill. “Saremmo dovuti andare
direttamente a Durban da Johannesburg, come l’angelo ci aveva detto di fare. Ora dovrebbe essere
evidente a tutti che è a Durban, dove il Signore ci vuole”.
Purtroppo non era evidente a tutti. Il reverendo Schoeman rivelò che Ern Baxter, Bill e Billy
Paul sarebbero volati a Salisbury, Rhodesia mercoledì mattina.
“E – e, lasciare Durban”? Farfugliò Bill avvilito. “Perché? E’ qui dove il Signore si muove”.
Schoeman tirò fuori la solita giustificazione: “Stiamo unicamente seguendo l’itinerario che
abbiamo stabilito più di un mese fa. Abbiamo previsto due giorni in Salisbury, poi giù a Pretoria per un
unico meeting, poi su a Johannesburg per l’ultimo meeting prima di volare a casa. Non capisco perché
siete così sconvolto. Avete avuto i meeting a Durban, come volevate”.
“Quanto è lontano Salisbury, Rhodesia”? “1.300 km a nord da qui”.
Bill difficilmente poteva comprendere l’assurdità di questi uomini. Egli fece notare l’evidenza,
“Ci sono più di 50.000 persone qui a Durban che vogliono ascoltarmi predicare. Molti di loro hanno
camminato per miglia e miglia per arrivare qua. Migliaia di loro sono nuovi cristiani. Ora
d’improvviso, mi si vuole mandare a 1.300 km di distanza, e mi chiedi perché sono sconvolto”?
“Mi dispiace, fratello Branham, ma abbiamo promesso a questo fratello in Rhodesia che
andremo là e noi dobbiamo mantenere la nostra parola”.
Sentendosi troppo debole e ammalato per discutere, Bill si arrese, finendo il tour secondo il
piano del Comitato Nazionale. In Salisbury predicò a solo 1500 persone. I due giorni trascorsi in
Rhodesia velarono la sua memoria come un brutto sogno. Poi tornarono in aereo in Sud Africa dove
tenne un meeting a Pretoria e altri due a Johannesburg. Durante l’ultima riunione di Johannesburg, si
sentì come se stesse per morire. Nonostante l’afflizione, non fu impedito il dono di discernimento o la
potenza di Dio. Tra le molte visioni di quella notte, vide una donna tra il pubblico che era cieca.
Additandola la incoraggiò ad alzarsi ed accettare la sua guarigione. Lei non rispose, comunque un’altra
donna nella stessa riga si alzò. Bill si rivolse a questa donna e disse: “So che anche lei è cieca, ma
perché si è alzata? Lei è Ebrea e non crede che Gesù è il Cristo. Pensa che Gesù può ridarle la vista”?
Lei fece cenno di sì. Bill continuò, “Non posso chiederGli di essere il suo guaritore a meno che prima
sia il suo Signore e Salvatore. Se Lo accetta come Messia, alzi la mano”. Alzò la mano e recuperò la
sua vista.
Finalmente arrivò il tempo di lasciare il Sud Africa. Il medico inglese che aveva esaminato il
ragazzo strabico a Durban, incontrò Bill all’aeroporto di Johannesburg e gli disse: “Sento come se Dio
mi stesse chiamando per fare il medico missionario. Fratello Branham, lo devo tutto a lei. La ringrazio
molto per essere venuto. I ringraziamenti potrebbero essere moltiplicati per un centinaio di migliaia di
volte. C’erano rapporti provenienti dalle regioni selvagge, di 1000 persone la settimana che venivano
battezzate. Chiese in tutto il Sud Africa che si stavano riempiendo di persone entusiaste di aver trovato
recentemente un vero Dio vivente – un Dio tangibile. Durante le loro dieci settimane in Sud Africa, il
team William Branham tenne 120 servizi in undici città, con una frequenza di circa 500.000 persone.
Dio solo può ottenere la vittoria finale, ma Bill ne sapeva qualcosa del costo.
Fred Bosworth accompagnò il resto del gruppo Branham all’aeroporto, sebbene non partisse
quel giorno. Bosworth sarebbe rimasto in Sud Africa ancora un altro mese per lavorare con i pastori e i
missionari, per aiutarli ad insegnare i primi elementi ai nuovi convertiti a Cristo.
Mentre Bill aspettava seduto l’arrivo del suo aereo, si contorceva tormentato dal dolore al
ventre. Egli si chiedeva seriamente se avrebbe mai più visto Fred Bosworth di nuovo. Finalmente
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l’aereo atterrò e subito era pronto per l’imbarco. Era giunto il momento di salutare. Mettendo le braccia
intorno al suo amico, Bill disse: “Fratello Bosworth, ho 42 anni e immagino che il mio giorno sia
arrivato. Come Paolo posso dire: “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho
conservato la fede”.
“Sciocchezze”, sbuffò Bosworth. “Sei appena un ragazzo. Io non ho nemmeno iniziato a
predicare fino a 40 anni! Ora ho più di 70 anni e ancora vado forte. Fratello Branham, tu hai appena
finito la tua istruzione e ricevuto il diploma”.
Bill concordò che aveva appena finito la sua istruzione, ma non era così sicuro di un diploma. Si
sentiva come se avesse appena fallito il suo esame finale.