6 nov 2015

Capitolo 36 Fede Apache 1947

Quando William Branham arrivò a Oakland, California, a metà
Marzo del 1947, sentì parlare di David Walker, “Il ragazzo
predicatore” il quale doveva tenere dei servizi evangelistici in città,
le stesse sere che Bill avrebbe dovuto pregare per gli ammalati.
Stuzzicato dalla curiosità, quella sera Bill terminò prima il servizio
per poter andare ad ascoltare il sermone del giovane David. A Bill
piacque ciò che ascoltò. Anche se il giovane David era solo un
magro adolescente, lui considerò la Parola di Dio con una saggezza e
la baldanza di una persona di ben oltre i suoi anni.
Dopo la riunione, Bill si presentò. Durante la loro conversazione, i
due evangelisti compararono la quantità delle folle che assistevano
alle loro riunioni. Il giovane David predicava in Oakland già da
alcune sere e il suo edificio non fu mai pieno per più di un terzo. (Il
suo auditorio aveva 7.ooo posti a sedere, ma la folla nelle sue serate
contava intorno alle 2.500 persone). D’altra parte, Bill teneva le
riunioni in un auditorio che aveva solo 3.000 posti a sedere e la
prima sera terminò con una folla di 7.000 persone. Il giovane David
suggerì di scambiarsi gli auditori. Così fecero, andò benissimo per
entrambi. Bill voleva pagare al giovane David la differenza
dell’affitto tra l’auditorio piccolo e quello grande, ma il ragazzo non
volle, dicendo: “Forse un qualche giorno potrai rendermi il favore”.
Nel frattempo Jack Moore, il quale stava ancora seguendo le
campagne di Branham, volò ad Ashland, Oregon, per persuadere il
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suo amico Gordon Lindsay, a venire a vedere da se stesso questo
fenomenale ministero. Moore era entusiasta, mentre raccontava a
Lindsey della potenza di Dio che vedeva ogni sera. Il gonfiore sulla
mano di Bill; le malattie rivelate; persone cieche, sorde e zoppe
guarite; e demoni scacciati nel nome di Gesù Cristo. Egli convinse
Lindsey che era qualcosa che meritava di essere visto. Insieme
andarono in macchina in California e arrivarono in tempo per la
riunione di Bill a Sacramento
Quella sera il servizio scosse Gordon Lindsay fino alle radici della
sua fede. A 41 anni, Lindsay era ministro del pieno Evangelo da 23
anni, gli ultimi 5 anni come pastore ad Ashland, Oregon; ma prima
lui aveva passato 18 anni come evangelista girando tutti gli Stati
Uniti e il Canada. Durante tutti questi anni egli non aveva mai visto
la potenza dello Spirito Santo dispiegata così tangibilmente come
l'aveva vista là, in Sacramento, quella sera. Lo ispirò ad un picco di
fede come non aveva mai conosciuto prima. Come desiderava poter
condividere quest'esperienza con i suoi amici. Mentre lui pensava a
tutti i pastori e alle congregazioni che conosceva nel paese, un'idea
gli venne nella mente. Il giorno dopo, Gordon Lindsay incontrò Bill
e gli espose questi pensieri. Questo era l'inizio di un'amicizia che
avrebbe avuto un rilievo di vasta portata per ciascuno di loro.
Da Sacramento, Bill si spostò a Santa Rosa, in California. Il sabato
sera, gli uscieri faticarono per impedire ad un giovane di aggirare la
linea di preghiera. Pensavano che non volesse attendere il suo turno.
La confusione che crearono distrasse Bill dalla preghiera per gli
ammalati. Egli sentì il giovane dire gli uscieri, “Non voglio stare
nella linea preghiera. Voglio solo fare una domanda al ministro”.
Andando al bordo della piattaforma, Bill chiese: “Che cosa vuole,
signore”?
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Il giovane uomo, chiese: “Come si pronuncia il suo nome”?
Ciò colpì Bill, perchè era una strana ragione per provocare una tale
confusione. Egli rispose, “B-R-A-N-H-A-M”.
L’uomo guardò su di un pezzo di carta nella mano, e poi gridò
eccitato nella folla, “Mamma, è lui! È lui”! la madre avanzò e spiegò,
“Io e mio marito siamo evangelisti delle Assemblee di Dio. Io ho il
dono di parlare in lingue e mio marito ha il dono dell’interpretazione.
22 anni fa stavo pregando in lingue, quando l’interpretazione venne
tramite mio marito, profetizzando di una sera come questa. L’annotai
e la riposi in un baule per tutti questi anni. Quando udii parlare delle
sue riunioni, lo tirai fuori; ma volevamo aspettare per essere sicuri
che era lei". Il giovane uomo porse a Bill un pezzo di carta vecchia.
Essa diceva: Così dice il Signore: "Negli ultimi giorni, prima della
venuta del Signore, io manderò il mio servitore William Marrion
Branham sulla costa ovest".
“Ventidue anni fa”! Pensò Bill. “Ciò fu nel 1925, quando aveva solo
16 anni.” Un brivido percorse la sua spina dorsale. Qui, in questa
vecchia profezia, stava un’altra conferma che il suo ministero era
preordinato da Dio per qualcosa di speciale.
Verso la fine dell’Aprile del 1947, Bill ritornò a Phoenix, questa
volta per tenere una riunione specificatamente per la popolazione di
lingua spagnola della città. Era la prima volta che teneva un servizio
tramite un interprete.
Durante il giorno, Bill incontrò un missionario cristiano che lavorava
tra gli indiani Apache, nella riserva indiana di S. Carlo, a 80 km ad
est di Phoenix. Questo missionario portò con sé alla riunione di
Branham tre indiani ammalati, sperando che questi indiani potessero
entrare nella linea di preghiera ed essere guariti. Il missionario invitò
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Bill a tenere un raduno nella riserva. Bill gli promise che se stasera il
Signore guariva questi tre indiani, avrebbe tenuto una riunione per
gli Apache.
Quella sera Bill lanciò una sfida audace. Finora era così convinto
della volontà di Gesù Cristo di guarire le persone, che la stessa fede
di Bill aveva pochi limiti. (Non gli aveva detto l’angelo che se fosse
stato sincero e avesse fatto in modo che le persone credano in lui,
niente avrebbe potuto opporsi alla sua preghiera)? Dopo tutti i
miracoli che aveva visto nell’ultimo anno, Bill non aveva paura di
affrontare i casi più difficili che potevano presentarsi. In realtà li
riceveva, riconoscendo che erano altre prove che il suo Dio poteva
fare ogni cosa. Ora di fronte a queste persone di lingua spagnola,
disse: “Portatemi qualcuno che sia handicappato o sofferente;
portatemi il peggior caso che potete trovare. Io vi garantisco che
questa persona guarirà prima che abbia finito di pregare”. Qualcuno
portò su una ragazza messicana paralizzata che non aveva mai
camminato in vita sua. Appariva orribilmente deformata – la schiena
seriamente ricurva e i suoi piedini sospesi e raggrinziti ed inservibili.
Senza ombra di dubbio Bill incominciò a pregare per la liberazione
di questa ragazza. Cinque minuti passarono senza nessun
mutamento… dieci minuti… quindici. Bill non temeva. Lui sapeva
che Dio l’avrebbe guarita. Quanto tempo avesse impiegato non aveva
importanza. Venti minuti passarono… poi trenta. Bill continuava
sommessamente a supplicare Dio che liberasse la ragazza dalla sua
prigione. Un’ora passò… poi un’ora e mezza. Le persone
nell’auditorio erano sempre più inquiete cercando di avere la stessa
fiducia che il piccolo uomo sembrava possedere, dopo un’ora e tre
quarti di preghiera, la piccola ragazza messicana gridò. La sua
schiena cricchiò mentre la sua spina dorsale si raddrizzava per la
prima volta nella sua vita. Il pubblico divenne incontrollabile,
sollevato ed entusiasta, mentre la ragazza una volta inferma si alzò
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sulle sue secche gambe e camminò fuori dalla piattaforma tenendo
Bill per mano.
In risposta le persone affollarono la linea di preghiera aspettando il
loro turno.
Usando l’interprete, Bill pregò ancora dieci ore per le persone
bisognose di lingua spagnola. Molti miracoli avvennero. Tra le
centinaia che ricevettero la guarigione, c’erano anche quei tre indiani
Apache che il missionario aveva portato dalla riserva.
Fedele alla sua parola, alcuni giorni più tardi Bill si trasferì all’est
per un servizio di guarigioni di una serata nella riserva indiana di S.
Carlo.
La piccola chiesa di legno era troppo piccola per contenere le
centinaia e centinaia di indiani che vennero per udire la predica di
Bill, così il missionario sistemò un impianto di amplificatori esterni.
Le famiglie distesero le coperte a terra e si sedettero per ascoltare.
Bill cominciò a parlare proprio mentre il sole stava tramontando.
Un’Apache faceva da interprete.
A motivo del suo amore di tutta la vita per il West, Bill aveva letto
ed aveva pensato molto circa alla situazione degli indiani. Forse era
quel po' di sangue indiano nelle sue vene che ora gli dava tal
empatia. Questa sera, come lui aprì il suo cuore ai suoi fratelli rossi,
sentì il suo sermone più nel profondo del solito. Lui disse agli indiani
di com’era spiacente per il modo che i loro antenati erano stati trattati
dagli uomini bianchi. Addirittura oggi, gli interessi degli indiani non
erano sempre considerati dal governo degli Stati Uniti. "Ma, c'è
qualcuno il Quale vi darà sempre un trattamento equo", disse loro,
"Quello è il Signore Gesù Cristo". Quando Bill finì di predicare,
chiese a chi aveva bisogno di una preghiera di formare una fila sulla
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sua destra. Nemmeno un indiano si alzò in piedi. Perplesso, Bill
chiese alla sua interprete che cosa c'era che non andava. Lei non lo
sapeva, ma suggerì che diffidavano di lui.
Ritornato alla missione, il missionario riportò alcuni dei suoi aiutanti
che acconsentirono di di andare su per la preghiera. Per prima venne
una donna indiana con un bimbo pellirossa, legato con una cinghia
alla sua schiena. La donna non parlava inglese. Appena Bill prese la
sua mano destra nella sua sinistra sentì il pulso di una vibrazione
demoniaca. Il dorso della sua mano arrossì, bianche pustole si
muovevano attraverso la pelle. Bill disse al microfono: “Signora, lei
ha una malattia venerea”.
La donna lo guardò sorpresa, dicendo: “Come lo sa”? Poi lei
ammise che la sua affermazione era vera.
Ancora tenendo la sua mano, Bill spiegò il dono di guarigione al suo
pubblico, descrivendo come il segno nella sua mano raccoglieva le
vibrazioni di qualsiasi germe che provocava la malattia. Chinando la
testa e chiudendo i suoi occhi, Bill chiese a Gesù Cristo di liberare
questa donna dalla sua afflizione. Quando aprì gli occhi, la sua mano
sinistra era normale. Anche gli Apache potevano vederla. Lei fu
guarita. Grugniti di stupore s’innalzarono attraverso le file degli
scettici.
In seguito una madre portò su sua figlia. Bill prese la mano della
ragazza, poi si rivolse alla sua interprete dicendo: “Non so cosa sia
che non va con lei. Non è un germe di malattia, perché non sento la
reazione della presenza di un altro germe oltre al germe della vita”.
Siccome la madre non parlava inglese, l’interprete Apache doveva
chiedere a lei quello che non andava con sua figlia. Poi l'interprete
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spiegò a Bill, "Lei è sorda muta. La febbre molti anni fa la ridusse
così”.
Bill prese la ragazza nelle sue braccia e pregò, “Signore Gesù, per
favore fai qualcosa, così che queste persone capiscano”. Quando finì
di pregare, comprese che era guarita. Lui l’esortò a parlare. La
ragazza borbottò dei suoni incomprensibili. Bill disse scusandosi,
“Oh, lei parlerà meglio molto presto”.
Sorridendo, l’interprete disse: “Lei parla molto bene già adesso”.
Poi un’altra madre presentò il suo piccolo figlio. Bill lo prese per la
mano, ma non sentì alcuna vibrazione. Quando chiese qual fosse il
problema del ragazzo, la madre afferrò i capelli di suo figlio e tirò
indietro la sua testa, palesando i suoi occhi strabici. Ogni qualvolta
Bill vedeva un bambino strabico, si ricordava di sua figlia Sharon
Rose, e come, quando lei stava morendo affetta da meningite spinale,
i suoi occhi erano incrociati dal dolore. Bill chiese alla folla di
piegare le loro teste. Poi lui prese il ragazzo nelle sue braccia così
che la testa del ragazzo guardava dall’altra parte del pubblico. Con
tutta la sincerità posseduta, Bill chiese a Dio la liberazione del
bambino. Quando sentì che lo Spirito Santo aveva guarito il piccolo,
Bill chiese agli indiani di alzare le loro teste. Senza prima
controllare, Bill voltò il ragazzo di faccia alla folla. Gli Apache
bisbigliarono la loro approvazione. Gli occhi del ragazzo erano
allineati e perfettamente diritti. Tramite l’interprete, Bill gli chiese di
dimostrare la sua guarigione roteando gli occhi. Ciò convinse
ognuno. Un polverone sorse da centinaia di Apache che correvano
disordinatamente per formare una linea di preghiera sulla destra di
Bill.
Bill si meravigliò della semplice fede degli Apache. Quando quegli
indiani videro il soprannaturale nel loro mezzo, aprirono i loro cuori
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con slancio e mieterono i benefici. Una vecchia donna gobba venne
avanti zoppicando su delle grucce ricavate da manici di scopa. I suoi
capelli erano decorati con strisce di cuoio, e la sua pelle marrone era
raggrinzata da anni di sole e vento. Quando lei guardò Bill, le
lacrime gocciolavano giù per le rughe della sua faccia. Bill percepì la
sua fede, l’amore e il rispetto. Prima che potesse pregare per lei, si
drizzò e gli porse le sue grucce. Poi si allontanò dalla piattaforma
senza aiuto.
Per tutta la notte Bill pregò per una lunga fila di Apache. Sul far del
giorno notò che molti degli indiani che passavano erano bagnati dalla
cintola fino ai piedi. Bill lo chiese alla sua interprete la quale spiegò,
all’inizio essi pensavano che tu eri un ingannatore. Quando videro
quel bambino guarito, molti hanno camminato per miglia…guadi,
fiumi…portando i loro cari…portandoli indietro per la preghiera.
Due indiani che erano bagnati fino alla vita, portarono avanti un
vecchio uomo adagiato su di una rude barella ricavata da due vecchie
assi. La notte era fredda. Billy chiese al primo indiano: “Non hai
paura di prendere una polmonite”?
L’uomo rispose: “Gesù Cristo si prenderà cura di me. Io ho portato il
mio papà. Credo che Gesù lo guarirà”.
Posando le mani sul vecchio individuo, Bill pregò, “Il Signore Gesù
ti guarisca e ti dia la salute”. I due giovani uomini portarono il
vecchio uomo via dalla piattaforma. Dopo che Bill pregò per diverse
altre persone, sentì qualcuno gridare. Cercando da dove giungesse,
vide il vecchio uomo da solo che gridando sventolava l’asse della
barella nell’aria.
La mattina seguente il capo Apache chiese a Bill se gli piacesse
cacciare. Bill sapeva che gli indiani non permettevano ai non indiani
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di cacciare nella loro proprietà Apache, così considerò questo invito
un onore. “Sì, io amo cacciare”. A cavallo dei Pony, andarono su per
un canyon. La caccia fu superba, tacchini selvatici volavano così fitti
che se Bill avesse voluto, avrebbe potuto prenderli con la mano,
anche se lui preferì usare un fucile.