8 nov 2015

Capitolo 25 Il Miracolo di M-i-i-i-lltown 1940

      Alcune settimane dopo la guarigione della figlia della sig.ra Nail, William Branham stava passando di nuovo la notte a casa di sua madre. Anche se l'ora era già tarda, non riusciva a prender sonno, quindi si alzò e camminò nel buio, nella camera da letto degli ospiti, sentendo un vago peso nel suo cuore che l’opprimeva. Pensò: “Forse c’è qualcuno in qualche luogo ammalato e ha bisogno di me per pregare”.
      Bill s’inginocchiò al lato del letto e pregò per molto tempo senza alcun sollievo. Guardando in su, notò una macchia bianca in un angolo, vicino a dove sua madre accumulava il bucato su una sedia. Stranamente, sembrava che risplendesse lievemente. Quando la macchia bianca si mosse verso di lui, Bill riconobbe che era l’angelo del Signore. Sembrava una piccola, luminescente nube. La bianca nebbia fluttuò dentro di lui ed improvvisamente si trovò ad attraversare una regione ombrosa e desertica. In qualche luogo in distanza sentì belare un agnello. “Be-e-e-e-e. Be-e-e-e-e”. Sembrava così indifeso. Bill disse: “Quella povera piccola cosa. Vedrò se posso trovarlo”. Guardò dietro gli alberi e sotto i cespugli cercando un fagotto tremante di lana, andando nella direzione di quel pietoso belato. Come si avvicinava alla fonte, il belato crebbe sempre più e sembrò cambiare in timbro e in tono finché parve quasi umano. Bill si fermò ed ascoltò attentamente. L’agnello sembrava stesse belando, “M-i-i-i-lltown... M-i-i-i-lltown. “ Poi la visione lo lasciò.
        Bill non aveva mai sentito di un luogo chiamato Milltown, così la sera dopo, in chiesa, domandò alla sua congregazione se qualche persona sapesse dove si trovasse.
       George Wright disse: “Io lo so, Fratello Branham. È una piccola città approssimativamente a 56 km ovest da qui, non lontano da dove vivo io”.
       “Andrò là sabato prossimo”, spiegò Bill. “Qualcuno è nei guai”. E raccontò alla congregazione della visione.
        “Io ti porterò là”, si offrì George Wright.
   Milltown si dimostrò essere una tipica comunità rurale dell’Indiana. Il luogo più frequentato alla domenica era la drogheria nel mezzo della città, dove tutti i contadini venivano a fare i loro acquisti settimanali. Guidando lungo la strada principale, Bill pensava: “Mi chiedo cosa vuole il Signore da me”. Siccome nulla gli suggeriva di meglio, decise che avrebbe predicato all’angolo del negozio. Entrò nella bottega e comprò una cassetta di legno, la mise sotto sopra in un angolo della strada, vi salì sopra, Bibbia in mano, progettò di predicare ad ogni passante. Sebbene avesse fatto tale evangelizzazione centinaia di volte all’angolo delle strade in Jeffersonville, per qualche ragione ora non poteva trovare un soggetto sul quale predicare. Subito divenne ovvio che la gente non si sarebbe fermata per ascoltare il suo confuso e improvvisato sermone.
       George Wright disse: “Fratello Branham, io vado sulla collina a comprare qualche uovo da un uomo che conosco lassù. Vuoi venire con me”?
        “Potremmo anche andare. Non sto combinando niente qui”.
       Verso la cima della collina, passarono una grande chiesa bianca e Bill commentò: “E’ una bella costruzione”.
       “Si”, replicò George. “Sai, è un peccato per quel posto. Era una chiesa Battista, ma l’ultimo pastore si mise nei guai. Tutta la congregazione lo lasciò e andò in altre chiese nella città e ora l’ha presa il comune”.
       “Fratello George, perché non fermi la macchina e mi fai uscire, sento qualcosa nel cuore per quella chiesa”.
       “Okey, fratello Billy, ti riprenderò su al mio ritorno”.
      Dopo che la macchina andò via, Bill salì gli scalini e cercò di aprire l’uscio, ma era chiuso a chiave. Sedette sugli scalini, congiunse le mani, chinò il capo e pregò, “Signore, se vuoi che entri in questa chiesa, aprimi la porta”.
     Subito un uomo gli si avvicinò e disse: “Salve. Ti ho visto seduto qui e mi chiedevo se per caso avevi bisogno di aiuto”.
      “Ecco, io sono un predicatore”, spiegò Bill, “M’interessava di vedere questa chiesa, ma è chiusa a chiave. L’uomo rispose, “Io ho la chiave”. 
       “Grazie, Signore”! Sussurrò Bill.
      L’uomo aprì la porta d’ingresso e lo guidò attraverso un piccolo atrio in un gran santuario che poteva contenere circa 400 persone sedute.
       “Chi è il proprietario dell’edificio”? Chiese Bill. 
       “Il comune. Io sono solo il custode. L’usiamo solo per funerali e matrimoni”.
       “Sarebbe per me possibile tenere dei servizi di risveglio qui”?
       “Dovrai chiederlo al consiglio comunale”.
    Quando George Wright ritornò, i due cercarono il sindaco, il quale disse: “Certo, se tu metterai un contatore perché non c’è elettricità ora nell’edificio”.
    “Questo non sarà un problema”, rispose Bill. Io lavoro per l’Utily Company in Jeffersonville. Metterò il mio contatore”.
     La domenica mattina seguente Bill installò il suo contatore nella vecchia chiesa, poi visitò la gente della zona, dicendo che avrebbe tenuto delle riunioni di risveglio, incominciando da mercoledì sera. Il suo primo contatto non fu promettente. “Piacere, signore. Il mio nome è Billy Branham”. “Buongiorno. Il mio è J”—
     “Sig. J—Noi avremmo un raduno di risveglio mercoledì sera alla vecchia chiesa bianca sulla collina. Lei vorrebbe venire”? Il sig. J—si rivelò essere un osso duro. “Io allevo polli, non ho tempo di andare in nessuna chiesa”.
       “Bene, non potresti lasciare i tuoi polli soli per un po’ e venire alla riunione”? Insistette Bill.
      “Ascolta, amico”, scattò l’uomo. “Perché non ti fai gli affari tuoi che io mi prendo cura dei miei”? “Non intendevo offenderla, signore”.
       Andò avanti così per il resto del giorno. La maggior parte delle persone mostrò più cortesia che non il sig. J—, ma ognuno al quale parlò era contrario all’idea di tenere un risveglio. Bill si sarebbe scoraggiato, se non avesse saputo che era lì, per la parola del Signore. Da qualche parte in Milltown un agnellino di Dio stava belando in cerca d’aiuto. Dato che la visione gli diede solo un piccolo dettaglio—il nome della città—Bill sapeva che avrebbe dovuto continuare a cercare fino che avrebbe trovato l’agnellino bisognoso.
    George Wright mise un avviso dell’imminente revival nel giornale locale, reclamizzando il suo pastore come “Un’altro Billy Sunday”, comparando Bill al famoso giocatore di baseball convertito, revivalista che era morto nel 1935. Era probabile che quell’espediente avrebbe funzionato ed avrebbe attirato una piccola, ma curiosa folla, in più, l’annuncio pubblicitario menzionava anche la “Guarigione Divina” ed affermava che il reverendo William Branham avrebbe pregato per gli ammalati. La tendenza tradizionalistica di Milltown era fredda verso tali idee radicali. Quella domenica i ministri locali avvisarono le loro congregazioni di stare lontani da tali ridicole sciocchezze. La locale chiesa di Cristo arrivò addirittura a minacciare i suoi membri con la scomunica se loro avessero osato andare a quel risveglio. Contro tale sfondo d’opposizione, non fu sorprendente che il mercoledì sera solamente quattro persone fossero sedute sulle panche della vecchia chiesa Battista di Milltown—George Wright, sua moglie, suo figlio e sua figlia. Bill predicò il suo messaggio proprio lo stesso come se l’edificio fosse stato pieno.
      Il giovedì sera sembrava che sarebbe stata come una ripetizione del mercoledì. Cinque minuti prima che il servizio cominciasse, un uomo con una pipa in bocca, fatta con il tutolo del granoturco, salì sugli scalini di fronte e si fermò sulla porta aperta.
     Notato quest’uomo laggiù, George Wright si affrettò ad invitarlo ad entrare. “Bene, sig. Hall, è bello vederti”, salutò George.
    I capelli dell’uomo erano arruffati, i suoi vestiti sporchi, gli mancavano parecchi denti da una parte della bocca. Girò la sua pipa sotto sopra e la batté leggermente contro la parete dell’edificio facendo uscire la cenere sugli scalini. “Dov’è questo piccolo ‘Billy Sanday’ che tu vanti tanto? Voglio dargli un’occhiata”.
     Il sig. Hall s’intrufolò nel primo banco che incontrò entrando dalla porta, intanto George andò davanti ad avvertire il suo pastore. “Fratello Bill, il più duro, decaduto individuo del paese è appena entrato dalla porta. Il suo nome è William Hall. Dirige la cava in cima alla collina ed è un vero ripsnorter. (una persona violentemente energica o rumorosamente franca Ed.);
       Bill sedeva su di una sedia dietro il pulpito, leggendo la sua Bibbia. Ripiegò il segnalibro e si alzò. “Forse è colui che il Signore sta cercando”.
      Mentre Bill predicava, George Wright andò in fondo alla chiesa e invitò il sig. Hall a venire su, più vicino.
       “No, grazie. Io mi prenderò cura delle cose quaggiù e tu puoi prenderti cura di quelle lassù”. 
       Quando Bill finì il suo sermone, il sig. Hall non solo era andato su in fondo al corridoio, ma si era inginocchiato alla balaustra di fronte al pulpito e chiedeva a gran voce a Dio di aver misericordia della sua anima.
    Il venerdì sera un nuovo William Hall aveva costretto una dozzina di vicini e impiegati a venire con lui al risveglio. Alla fine del servizio, Bill si offrì di pregare per tutti quelli che erano ammalati, e alcune persone vennero avanti e furono guarite.
     In seguito, il sig. Hall disse: “Sai, fratello Branham, oggi mentre stavo parlando in giro, a proposito dei raduni e invitando la gente, venni a sapere che c’è una ragazza quassù che sta chiedendo di te, il suo nome è Georgie Carter, ha la tubercolosi—l’ha da parecchi anni. Georgie ha quasi 27 anni, e se ricordo bene, mi dissero che è costretta a letto da 9 anni e 8 mesi. E’ in una brutta condizione ora—solo pelle e ossa. E’ così mal ridotta che non possono nemmeno sollevarla per metterle sotto la padella. Sembra che stia leggendo un piccolo libretto che tu hai scritto a riguardo a Gesù che è lo stesso oggi di come era ieri e sta supplicando che tu vada a pregare per lei”.
    L’intuizione di Bill gli fece comprendere che quello era l’agnellino belante della visione. “Cosa aspettiamo? Andiamo a pregare per lei”.
       “Temo che non sia così semplice. I suoi genitori appartengono alla chiesa di Cristo, così loro non vogliono niente a che fare con te. Pensano che tu sia un imbroglione”.
       “In questo caso”, disse Bill, “Lo metterò davanti al Signore in preghiera”.
     Le guarigioni che avvennero il venerdì sera smossero un vespaio di discussioni in giro per la comunità. La rabbia affiorò, molti deridevano, ma alcuni si unirono per curiosità. Domenica sera 30 nuove facce sedevano nei banchi della vecchia chiesa bianca, un’altra dozzina di guarigioni aggiunse combustibile per alimentare il fuoco della locale controversia.
       Dopo il servizio il sig. Hall portò buone notizie a Bill. “I Carter hanno cambiato idea e vogliono che tu preghi per la loro figlia questa sera, per tutto il tempo nessuno dei genitori deve essere nella casa, quando tu vai. Penso che Georgie abbia pianto così tanto per te che loro sperano che ciò l’appagherà”.
    “Suppongo che abbiano dovuto avere il permesso dal loro pastore prima che potessero lasciarmi andare laggiù”, commentò Bill. “Ad ogni modo, andiamo”.
       Quello che vide Bill, quando entrò nella camera della giovane donna, lo scioccò fino in fondo al cuore. Dopo più di nove anni di malattia, Georgie Carter era devastata, giaceva sul letto come uno scheletro ricoperto di pelle. Le sue braccia erano come manici di scopa. Non poteva pesare più di 22-23 Kg. Sulle lenzuola vicino alla sua testa c’era una copia del librettino di Bill, “Gesù Cristo lo stesso, Ieri, Oggi e in Eterno”.
    Le labbra di Georgie si mossero, ma Bill non riuscì a comprendere quello che disse.
     Andò vicino al letto e si chinò. Lei sussurrò: “Fratello Branham, credevo davvero che saresti venuto e Gesù mi avrebbe guarita”. “Sorella, se Egli lo farà, Lo servirai con tutto il cuore”?
     Fece un piccolo cenno col capo e ripeté, “Con tutto il mio cuore”. Poi tossì. La sua infermiera mise una tazza sulla bocca di Georgie, ma la povera ragazza era così debole da non avere abbastanza energia da sputare. Per muovere la sua fede, Bill le raccontò la guarigione della figlia della signora Nail. Georgie gli chiese: “Perché non puoi fare per me come hai fatto per la ragazza dei Nail”?
       “Sorella, quella era una visione. Ho visto la visione prima. Fra due settimane io terrò altri quattro giorni di risveglio qui in Milltown. Per allora forse Dio mi farà vedere qualcosa di più definito. Per ora, io posso pregare per te—ciò è tutto quello che so. Se il Signore mi mostra qualcosa di più, io ritornerò. Ma io credo ancora che dopo aver pregato assieme tu guarirai”.
       Quando due settimane più tardi le porte della chiesa Battista di Milltown si aprirono di nuovo, Bill predicò sulla Grazia Salvifica e sulla potenza di guarigione di Gesù Cristo al doppio di persone che aveva avuto prima. Ogni sera vedeva la folla aumentare e produrre sempre più conversioni, spingendo Bill la domenica pomeriggio a sospendere per un servizio battesimale.
       Domenica 1 giugno 1940, si radunarono a Totem Ford sul Blu River. Bill fu sorpreso nel vedere che c’erano molte più persone là sulla riva del fiume che non quante ce ne fossero state in ogni singola riunione di risveglio. Quando lo raccontò a William Hall, l’uomo gli disse che uno dei ministri locali incoraggiò la sua congregazione al completo a venire a vedere.
       Bill guadò nelle fredde e vorticose acque fino alla cintola, invitando i nuovi credenti ad entrare e sigillare la loro testimonianza con il battesimo. Una cinquantina di persone accettarono. Uno per volta, Bill li battezzò nel Nome del Signore Gesù Cristo. Quando Bill arrivò all’ultima persona della fila, pregò: Dio, come Tu hai mandato Giovanni a battezzare Gesù, così Gesù ci disse:
      “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato. Or questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome Mio cacceranno i demoni; parleranno in lingue nuove; prenderanno in mano dei serpenti; e se pur bevessero alcunché di mortifero, non ne avranno alcun male; imporranno le mani agl'infermi ed essi guariranno”.
       A questo punto la folla cominciò a gridare e a battere le mani come se lo Spirito di Dio si muovesse da uno all’altro. Quasi tutte le persone ancora con i vestiti asciutti si allinearono per essere battezzati, incluso il ministro che aveva portato tutta la sua congregazione. Uno per volta queste persone entrarono nell’acqua del fiume—uomini con vestito e cravatta, donne con vestiti di seta, genitori con i loro figli. Bill continuò a battezzare fino al tardo pomeriggio. Quando finì di battezzare. Le sue gambe erano così gelate ed intorpidite che due uomini dovettero portarlo fuori dall’acqua.
       George portò Bill a casa sua per rifocillarlo e farlo riposare per il servizio serale. Quando arrivarono, avevano ancora un’ora di tempo per la cena. Bill disse al suo amico, “Io esco fuori nei boschi per pregare. Ho un peso sul mio cuore”.
      “Va bene”, disse George, “Ma quando suonerò il campanello per la cena, vieni subito; perché dovremo affrettarci a mangiare se vogliamo arrivare in tempo per il servizio in chiesa”.
     Bill percorse la strada attraverso gli arbusti e s’inginocchiò accanto ad un cespuglio. Il sole stava tramontando, le ombre si allungavano. Nonostante il suo cuore oppresso, con fatica entrò in un buon stato d’animo di preghiera. L’aria era fredda, non riusciva a mettersi a proprio agio; pungiglioni continuavano a pungerlo attraverso le gambe dei pantaloni e temeva di arrivare in ritardo in chiesa. Ma, risoluto continuò finché le ali della sua preghiera afferrarono il vento dello Spirito di Dio, sollevando Bill sopra quelle piccole fastidiose seccature come il freddo e le punzecchiature. Il campanello della cena suonò, ma Bill era troppo immerso nella preghiera per sentirlo. Il campanello suonò e risuonò ma senza nessun risultato. Subito dopo i Wrights erano nei boschi con le torce elettriche cercando il loro pastore.
      Aperti gli occhi, Bill fu spaventato da una luce color dell’ambra che risplendeva sopra di lui oltre il cespuglio. Una Voce profonda rimbombò attraverso i boschi, dicendo: “Vai dai Carters, Georgie guarirà”. Gridando per la gioia, Bill saltò in piedi e corse verso la fattoria dei Wright. Attraversando un campo, corse dietro l’angolo di un edificio, diritto nelle braccia di George Wright.
      “Fratello Billy, dove sei stato? Ci sono persone su tutta la collina che ti cercano. Mamma sta aspettandoti per la cena da un’ora”.
       “Fratello Wright, io non mangerò cena stasera. Georgie Carter sarà completamente guarita. È il così dice il Signore”!
       Le sopracciglia di George Wright s’innalzarono il più alto che poterono.
       “Vuoi dire che si alzerà”? 
     “Lei sarà normale e guarita nei prossimi minuti, appena potrò arrivare là”
    “Andiamo allora”. Disse George “Io prenderò la macchina, mentre tu entri e dici a mamma che ti abbiamo trovato. Lei può dirlo agli altri”.
     Il sig. Brace era a casa. Quando Bill gli raccontò le buone notizie, lui non poteva crederlo. Intendi “Quel mucchio di ossa? Posso venire con voi e vederla”?
       “Sicuro”.
       George li fece salire in macchina, e i tre corsero giù per le otto miglia di strada sterrata che conduceva a Milltown.
       In quel momento la sig.ra Carter stava camminando furibonda per la casa. Di buon ora quel giorno si era seduta al letto di sua figlia, mentre Georgie negoziava con Dio. Georgie promise a Dio che se poteva essere guarita quel giorno, sarebbe andata a Totem Ford e si sarebbe battezzata con gli altri. Quando il pomeriggio passò senza nessun miracolo, Georgie era in confusione mentale per l’emozione, piangendo fino all’esaurimento. Ora la sig.ra Carter era sconvolta per l’intera situazione. Andò nella cucina, s’inginocchiò e pregò, “Caro Dio, abbi misericordia di Georgie. Quella piccola povera cosa, là, così vicino alla morte... ed ora quell’impostore è passato per il paese dicendo d’essere qualcosa che lui non è affatto, ha ridotto a pezzi e confuso la mia bambina. Dio, abbi misericordia”.
     Alzò la testa e si asciugò gli occhi. Il sole tramontava mandando un’intensa luce rossa attraverso la finestra della cucina e sul muro più lontano. La sig.ra Carter vide l’ombra di un uomo che si spostava sul muro. Per prima lei pensò che fosse suo marito che entrava in casa. Ma quando il contorno arrivò diritto davanti a lei, sembrava l’ombra di Gesù Cristo.
       “Chi-chi sei”? Balbettò.
      L’ombra girò e guardò verso la porta. Anche la sig.ra Carter si girò e fu scioccata nel vedere quel predicatore, Billy Branham, entrare dalla porta d’ingresso senza nemmeno bussare. Lei seppe che era Branham, perché aveva visto il suo ritratto in quel piccolo libro che aveva così agitato sua figlia. Branham stava tenendo una Bibbia sopra il cuore ed era seguito da altri due uomini—uno era un uomo del luogo, George Wright; l’altro era un uomo che lei non conosceva. Questi tre uomini camminarono oltre di lei, verso la camera da letto di Georgie; ma prima che arrivassero là, scomparvero.
     La sig.ra Carter gettò le mani sulla bocca e pianse, “Oh, misericordia! Devo essermi addormentata”! Corse nella camera da letto di sua figlia e farfugliò, “Georgie! Georgie! Non indovinerai mai quanto è appena accaduto. Io ero nella cucina che pregavo e” —
       Lei sentì una macchina arrivare su e fermarsi di fronte alla casa. Le porte della macchina sbatterono. La sig.ra Carter guardò nella cucina attraverso la porta della camera da letto aperta e vide il giovane reverendo Branham attraversare la porta d’ingresso con la sua Bibbia tenuta sul petto. Due uomini camminavano dietro di lui. Era troppo strano per lei da comprendere. I suoi occhi rotearono all’indietro e svenne, colpendo il pavimento come un sacco di farina che cade da una sedia.
       Quando Bill uscì dalla macchina di fronte alla casa dei Carter, sentì l’euforia dell’assoluta fiducia fluttuare nel suo corpo. Nulla ora poteva fermarlo. Aveva guardato con attenzione la visione. Sapeva dov’era. Mentre saliva i gradini del portico, gli sembrò come se il suo spirito si separasse dal corpo. Si guardò aprire la porta anteriore ed entrare senza bussare. Là nel letto giaceva quella pietosa giovane, Georgie Carter, magra e sciupata come una mummia Egiziana. Sua madre, inginocchiata al lato del letto, gli diede uno sguardo e svenne. Bill si guardò camminare verso il letto. Poi il suo spirito rientrò nel suo corpo.
       Lui guardò in giù alla gracile ragazza sotto le coperte e disse: “Sorella Georgie, il Signore Gesù Cristo che tu hai amato e nel Quale hai avuto fiducia tutto questo tempo, quello stesso Gesù che ho incontrato nel bosco questa sera mi ha detto nella visione che tu saresti guarita. Perciò, io ti prendo per mano e dico, nel Nome di Gesù Cristo, alzati in piedi e sii guarita”.
      Afferrata la sua mano ossuta, Bill tirò dolcemente. Ma non c’era nessun bisogno d’essere dolce. Georgie gridò, mentre una forza soprannaturale diede energia al suo corpo. Tolse via le coperte, balzò dalla sua prigione, vivace come una scolara la mattina di Natale.
       La sorella più giovane di Georgie corse da un’altra stanza per investigare lo scompiglio. Vide la sorella più grande—costretta a letto per quanto poteva ricordare —ballare per la stanza come un piccolo scheletro. L’emozione improvvisa aveva sconnesso temporaneamente la ragione della giovane sorella. Gridando e strappandosi i capelli corse fuori dalla porta aperta, ancora gridando, “E’ successo qualcosa! E’ successo qualcosa”!
       Il sig. Carter stava venendo dalla stalla, portando un secchio di latte. Sentendo le grida e temendo il peggio, lasciò cadere il latte e corse di volata in casa, fermandosi subito dopo nel vano della porta a fissare con enorme stupore sua figlia Georgie seduta al pianoforte, suonando un inno che lei aveva imparato, quando era una ragazzina:

       Gesù, tienimi vicino alla croce,
       Là c’e una fonte preziosa,
       Libera per tutti—un ruscello balsamico,
       Scorre dalla montagna del Calvario.

    Più tardi George Wright andò in chiesa sulla collina per far sapere alla folla che aspettava, il perché il reverendo Branham non si era presentato in tempo. Ognuno volle vedere direttamente il miracolo. Quando arrivarono alla casa dei Carter, Georgie stava andando carponi per il giardino sulle sue mani e sulle ginocchia, baciando i fiori e l’erba.
     Comprensibilmente, la sera seguente la vecchia chiesa bianca era piena zeppa con persone lungo le pareti. Dopo che il servizio finì, William Hall chiese: “Fratello Branham, cosa stai progettando di fare qui prossimamente”?
    “Non sono sicuro. Non avevo pensato oltre al ritrovamento dell’agnellino perduto della visione”.
       George Wright osservò, “Sarebbe una vergogna lasciare queste persone andare avanti, senza dar loro il buon insegnamento fondamentale della Bibbia”.
       Bill fu d’accordo. “Io suppongo di poter ritornare su una base regolare finché Dio suscita qualcun altro a per fare il lavoro”.
      Il sig. Hall che più tardi sarebbe divenuto il pastore della Chiesa battista di Milltown espresse la sua approvazione. “Sarà buono usare questa bella vecchia chiesa per qualcos’altro, oltre che per i funerali. In ogni modo sembra che ce ne siano molti. Ne abbiamo un altro in arrivo lunedì”. “Oh, qualcuno che io conosco”? Chiese George.
     “Suppongo che tu conoscevi il sig. J” —.
    George e Bill si guardarono l’un l’altro. George disse, “Penso che lui non alleverà più polli”. Bill aggiunse, “E’ un gran peccato che lui non abbia potuto trovare un po’ di tempo per guardare alla sua anima”.
       

(Georgie Carter visse in buona salute fino il 1954, quando le fu diagnosticato un cancro al seno. Lei aveva 41 anni. Quando il cancro fu scoperto era già in metastasi e non aveva speranza medica di recupero. Con disperazione chiese a William Branham di pregare per lei. Lui pregò e Georgie Carter fu guarita di nuovo. Lei visse per altri 44 anni, morì il 22 marzo 1998, all’età di 85 anni).