8 nov 2015

Capitolo 24 Le gambe deformate si raddrizzano 1940

       Una domenica sera all’inizio della primavera del 1940, William Branham si fermò a casa di sua madre dopo la chiesa. Si sedette con lei a tavola in cucina e parlò fino a tardi. Meda Broy teneva Billy Paul di quattro anni a casa sua per la notte, così Bill non aveva fretta di tornare a casa. Poi alla fine quando era pronto per andare via, Ella disse: “Fa molto freddo fuori questa sera. Billy, perché non ti fermi qui questa notte”?
       Fuori infuriava un pungente vento del nord che accumulava la neve contro i vetri delle finestre. Bill pensò alle due stanze fredde che lo aspettavano a casa. “Certo, mamma, passerò qui la notte”, disse lui con piacere.
    Una volta nel letto di riserva di sua madre, Bill si mise di traverso del letto e pregò. Tutto il giorno aveva sentito un peso inspiegabile sul suo cuore ed ora aveva l’opportunità di parlarne con il suo Padre Celeste. Dopo un’ora si addormentò.
    Approssimativamente verso le due di mattina si svegliò, sentendo ancora quel peso oscuro premere sul suo spirito. Rinnovato dal pisolino, s’inginocchiò accanto al letto e continuò a pregare. La stanza era così scura che non ebbe bisogno di chiudere gli occhi per concentrarsi. Dopo un po’ notò qualcosa di luminoso in un angolo della stanza. Per primo pensò che fosse il bucato di sua madre accumulato su una sedia. Ma mentre guardava, sembrò muoversi, alzandosi su nell’aria. Ora sembrava più una nube bianca e sembrava stesse venendo verso di lui.
     In un momento fu sommerso in una nebbia luminescente. Improvvisamente Bill non era più in una camera da letto, ma in qualche luogo all’esterno. Di fronte a lui c’era una piccola, angusta casa—del genere chiamato “shotgun-house” (case “fucile da caccia” così definite per la loro struttura stretta e rettangolare.) Si avviò alla porta anteriore e si trovò in una stanza che serviva da soggiorno e camera da letto. I muri erano rivestiti con doghe rosse ad incastro. Diritto avanti a lui, la porta della cucina era aperta, la quale —simile alla sua —era l’unica altra stanza in questa casa. Una donna dai capelli neri sui venti anni si affacciò alla porta della cucina, piangendo. Alla sinistra di Bill, una vecchia donna, sedeva su una poltrona rossa, piangendo. Aveva tolto i suoi occhiali e li stava asciugando col fazzoletto. Guardando alla sua destra, Bill vide un giovane seduto su un divano con i cuscini rossi. Questo giovane aveva la sua faccia girata verso la finestra così che Bill poteva vedere di lui solo i capelli biondi ondulati sul dietro della testa. Un po’ più lontano, alla sinistra di Bill, un ragazzo bruno in tuta di velluto a coste blu giaceva supino nel mezzo di un letto a baldacchino. Il ragazzo era terribilmente storpiato—le sue gambe erano contorte come un cavatappi e piegate contro le sue anche; similmente, le sue braccia erano storte e pigiate contro il fianco. Un uomo alto dai capelli scuri che Bill suppose fosse il padre, stava in piedi accanto al letto guardando il bambino. “Strano”? Pensò Bill. “Io ero da mia madre solo un momento fa, ed ora sono in questa casa”.
      Subito dopo sentì una presenza imponente dietro alla spalla destra. Bill cercò di guardare, ma qualche cosa gli impediva di girare la testa. Poi sentì la stessa voce che gli aveva sempre parlato nelle visioni.
      L’angelo gli chiese, “Può vivere questo bambino”? “Signore, io non lo so”, rispose Bill.
      L’angelo disse, “Fatti portare il ragazzo da suo padre così potrai pregare per lui, e vivrà”.
     Il padre sollevò suo figlio dal letto e lo portò a Bill che posò le sue mani sul torace del ragazzo e pregò. Sorprendentemente, il ragazzo si lasciò cadere dalle braccia di suo padre. Saltò sul pavimento con la gamba sinistra che si drizzò e divenne normale. Immediatamente fece un altro passo, e subito la sua gamba destra si raddrizzò. Come lui fece il terzo passo, le sue braccia si raddrizzarono. Poi il ragazzo mise le sue mani nelle mani di Bill e guardò su verso di lui. I baffi del latte coprivano il labbro superiore del ragazzo. Disse: “Fratello Bill, io sono perfettamente guarito”.
       “Bene, loda il Signore”, Bill rispose.
      L’angelo—ancora dietro di Bill e fuori della sua vista—disse; “Ti porterò in qualche altro luogo”. Prese Bill e lo trasportò lontano, in un cimitero vicino ad una chiesa di paese. L’angelo gli indicò una delle lapidi e disse: “Ricordati il nome e le date su questa lapide. Sarà il tuo punto di riferimento”. Poi portò velocemente Bill da un’altra parte dove c’erano due negozi, una stazione di benzina ed alcune case raggruppate insieme, ad un incrocio stradale. Un negozio aveva la parete frontale gialla. Fuori da questo edificio venne un uomo che indossava una salopette blu ed un berretto di velluto a coste giallo. Aveva capelli e baffi bianchi. L’angelo disse:
       “Lui t’indicherà la via”.
      Ancora una volta Bill era preso dalla scena. Quando i suoi piedi toccarono di nuovo terra, lui seguì una giovane, grassa donna in una casa. Bill si trovò in una stanza tappezzata con carta da parati gialla, con disegni rossi. Sulla porta un cartello appeso: “Dio benedici la nostra casa”. Contro il muro alla sinistra c’era una stufa a legna e vicino al muro destro un letto a baldacchino d’ottone. Un’adolescente in pigiama giaceva sopra le lenzuola, languendo per gli effetti di qualche cosa che poteva essere stata polio—entrambe le gambe erano contorte sotto il suo corpo, ed un braccio era disperatamente raggrinzito. Bill non poteva dire se fosse un ragazzo o una ragazza—in un certo modo la faccia sembrava maschile, ma i capelli lunghi e le labbra sagomate a cuore, inducevano a pensare diversamente.
      L’angelo chiese: “Può camminare quella persona? “ Bill rispose: “Signore, io non lo so”.
       L’angelo comandò: “Vai a mettere le tue mani sullo stomaco della persona e prega”.
       Quando Bill ebbe operato secondo l’ordine, la persona nel letto gridò: “Lode al Signore”! Mentre quella mano appassita si riempì completamente, le due gambe storpiate si ristabilirono fuori diritte e forti. Sedendo sul letto una gamba del pigiama si alzò, mettendo in mostra un ginocchio dell’adolescente. Ora Bill era sicuro dell’identità sessuale. Non era il ginocchio osseo di un ragazzo, ma il tenero ginocchio rotondo di una ragazza. Bill sentì qualcuno vicino a lui gridare, “Oh, grazie a Dio”!
       In distanza sentì qualcun altro gridare, “Oh, fratello Branham! Fratello Branham”! Improvvisamente Bill era di nuovo a casa di sua madre, in piedi in mezzo alla camera da letto. Scosse la testa, sentendosi confuso e disorientato.
       Sua madre lo chiamò dalla stanza accanto. “Billy, c’è qualcuno che sta bussando all’uscio, sta chiamando te”.
      “L’ho sentito, mamma”. Si precipitò all’ingresso e aprì la porta. Un giovane uomo sconvolto, con occhi gonfi e rossi, apparve nel vano della porta. Istantaneamente lo riconobbe come essere l’uomo della prima parte della visione, colui il quale fece cadere il piccolo ragazzo. “Entra, esortò Bill”. “Che cosa succede”?
      L’uomo entrò per ripararsi dal vento freddo. “Fratello Branham, ti ricordi di me”?
       “No, non credo”
      “Sono John Himmel. Circa quattro anni fa hai battezzato me e la mia famiglia quassù a Powder Plains”.
    “Ora ricordo”. Disse Bill, mentre la memoria gli ritornava velocemente”. Tu uccidesti un uomo, alcuni anni or sono, vero”?
       “Si, signore—lo colpii con un pugno e gli ruppi il collo in una rissa. Poi fuggii dalla legge e anche da Dio. L’anno scorso mio figlio più vecchio morì di polmonite. Ho un altro figlio e ora sta morendo di doppia polmonite. Il dottore ha appena lasciato la mia casa perché non c’era più niente che lui potesse fare. All’improvviso tu sei venuto nel mio cuore. Vuoi venire a pregare per mio figlio”?
       “Si, signore, vengo. Un attimo, mi vesto e metto in moto la macchina”.
       Non occorre che tu prendi la macchina, ti porterò io; poi ti riporterò indietro. Io abito a solo 11 Miglia (17,70 km) da qui, solo alcune Miglia sopra Utica. Mentre ti vesti, io vado giù a prendere Graham Snelling. Egli è mio cugino e voglio che anche lui preghi per mio figlio”.
       Mentre Bill ritornava nella sua stanza a prendere i vestiti, Ella lo chiamò, mentre passava davanti alla sua porta. Billy, che c’è con quell’uomo”?
    “Mamma, è successo qualcosa. Ero in una visione solo un momento fa”.
       “Oh, cosa”? Disse, sbadatamente. E’ qualcosa di buono”?
   “Si—il ragazzo sarà guarito. Ti racconterò di più, quando ritornerò”.
    In dieci minuti John Himmel ritornò con suo cugino. Bill conosceva Graham Snelling—un giovane della sua stessa età che di recente era divenuto cristiano. Appena salito in macchina, Bill realizzò che Graham era quell’uomo dai capelli biondi che aveva visto nella visione, quello seduto sul divano rosso che guardava fuori della finestra. Bill stava bruciando dentro con aspettazione, sapendo che Dio stava per compiere un miracolo. Si avviarono verso Utica Pike. Bill disse: “Sig.Himmel, tu vivi in una piccola casa bianca, vero”?
       “Si, è vero”.
       “La tua casa è situata in cima ad una collina, la porta principale è rivolta verso sud”.
       “Proprio così”
       Ha due stanze. Una delle due è tappezzata di perline (tavole di legno, con giunzione laterale maschio e femmina) ad un’altezza di metà parete. Dentro c’è un divano e una poltrona di colore rosso e un letto di ferro a baldacchino. Il tuo ragazzo ammalato ha circa… io direi tre anni. Ha capelli castani e indossa una tuta di velluto blu. Sua madre ha i capelli neri”.
       John Himmel fissò il suo passeggero a bocca aperta.
       “Sei stato a casa mia, fratello Branham”?
     “Quando tu hai bussato a casa mia, io avevo appena lasciato casa tua”.
       L’uomo confuso, fece una smorfia. “Che strano; io non ti ho visto”.
       “Io ero là spiritualmente. Sig. Himmel, se ti ho battezzato, mi avrai sentito raccontare qualche volta di cose che ho visto prima che succedano”.
       “Si, ricordo. Ti è successo qualcosa del genere ora”?
       “Si. Chiunque sia che mi dice queste cose, non mi ha mai detto una bugia. Sig. Himmel, vostro figlio guarirà, quando arriverò là”.
       A queste parole, John Himmel fermò la macchina ad uno stop, si gettò con la faccia nascosta tra le mani sullo sterzo e sbottò, “Dio, mi vergogno di me stesso. Se mi perdoni, ti prometto che vivrò per Te per il resto della mia vita”.
       Quando arrivarono alla loro destinazione, la casa era proprio la stessa, come Bill l’aveva vista nella visione. Con confidenza varcò la soglia a passi veloci. C’era il divano e la poltrona di colore rosso; la giovane madre dai capelli neri; il letto di ferro a baldacchino; il ragazzo malato.
       John chiese a sua moglie: “Respira ancora”?
       I polmoni del ragazzo non si muovevano abbastanza da poterlo notare, così la mamma tenne un pezzo di carta di traverso sul naso per vedere se c’era qualche alito. “Si, è ancora vivo”, disse, “Ma appena, appena”.
  Ora Bill era sicuro che quelle braccia e gambe così tremendamente contorte che aveva visto nella visione rappresentavano la polmonite che stava uccidendo questo povero bambino. “Portami il bambino”, ordinò.
       Il padre sollevò il bambino e lo reggeva, mentre Bill pregava.
       Invece di migliorare istantaneamente peggiorava. Il movimento aveva risvegliato i sensi. Inghiottì il muco e cessò completamente di respirare. I genitori in preda al panico lo scuotevano e gli davano dei ripetuti colpetti sulla schiena finché riempì nuovamente i polmoni. Ogni nuovo respiro sembrava fosse l’ultimo—tossiva, sputava e si divincolava, emettendo ogni tanto un debole e lamentoso pianto, tra uno sbuffo e l’altro.
      “Qualcosa non va”, pensò Bill. Mentre dava uno sguardo in giro per la stanza, comprese cosa era. La situazione non era esattamente come l’aveva vista nella visione. La madre non era affacciata alla porta della cucina, Graham Snelling non era seduto sul divano che guardava fuori dalla finestra; e avrebbe dovuto esserci una vecchia signora seduta su di una poltrona dai cuscini rossi che asciugava gli occhiali.
      Mentre la madre strofinava della medicina sotto il naso del figlio, Bill sedette sul divano, mortificato. Nel suo eccitamento agì fuori dalla visione, mancando il piano di Dio. Non poteva nemmeno dire al sig. Himmel che cosa non andava. L’unica cosa che poteva fare ora era, stare seduto ed aspettare…e sperare che la grazia di Dio potesse passar sopra il suo errore.
       Per un’ora e mezza Bill rimase fermo seduto, pregando, mentre il bambino lottava disperatamente per la sua vita. Quando la prima luce dell’alba colorò l’orizzonte, Graham Snelling, disse: “Devo andare, perchè alle otto devo essere al lavoro”.
    “Okey”, disse John Himmel: “Ti riporterò indietro. Fratello Branham, vuoi andare anche tu”? “No, io rimarrò qui”.
      Con cuore abbattuto, Bill osservava i due uomini indossare il cappotto vicino alla porta anteriore. Sapeva che Graham Snelling era l’uomo biondo della visione. Se Graham se ne va ora, quando sarebbe ritornato? Questa sera? In accordo alla visione, il bambino non poteva essere guarito se non c’era Graham presente. Bill si stava chiedendo come avrebbe potuto sopravvivere il ragazzo per tutto il giorno.
     Guardando fuori dalla finestra, Bill vide una vecchia signora venire su per il sentiero verso casa. Immediatamente si accorse che portava gli occhiali! Bill pensò, “Oh, Dio, come Ti ringrazio. Ora, se solo questi due uomini non se ne andassero”.
     John Himmel abbottonò l’ultimo bottone del cappotto, poi si girò verso sua moglie e disse: “Sarò di ritorno tra poco. Non vado a lavorare oggi”.
      Graham si stava coprendo le orecchie col cappotto, quando si udì un battito alla porta sul retro della casa. Rapidamente l’anziana donna entrò, rabbrividendo per il freddo.
       “Chi è”? Chiese John.
      “E’ la mamma”, rispose la giovane mamma, chiudendo la porta. “Mamma, sei riuscita a dormire”? “Giusto un paio d’ore” disse l’anziana donna. “Come sta il ragazzo? E’ migliorato da quando sono andata via”? No rispose, la giovane mamma, con voce tremante.
       “Mamma, sta morendo”—poi scoppiò in lacrime. Coprendosi la faccia con le mani, si affacciò alla porta della cucina.
     “Ecco”! Pensò, Bill. Il suo eccitamento cresceva. Ciò era proprio secondo la visione, la nonna si deve sedere e asciugare gli occhiali e il fratello Snelling deve sedersi dove sono io”.
       Bill si alzò in piedi per fare posto sul divano. Graham Snelling tolse via il suo cappello, si sedette al posto che Bill aveva lasciato e fissava fuori dalla finestra.
     “Oh, my”, pensò Bill. “Deve accadere ancora una cosa”. La nonna entrò nella stanza anteriore, e si sedette sulla poltrona rossa. I suoi occhiali si erano annebbiati —entrando dal freddo esterno alla calda e umida stanza—così lei li tolse via dal naso e li stava pulendo... precisamente nel modo che aveva visto nella visione.
       L’istante che tutto fu stabilito in ordine, Bill poté sentire quella tipica pressione sulla sua pelle, come se qualcuno o qualcosa di potente gli stesse vicino. Bill disse: “Fratello Himmel, hai ancora fiducia in me come servitore di Cristo”?
       “Sicuro, Fratello Branham”.
       “Allora portami il bambino”.
       I genitori avevano lasciato il ragazzo nel letto perché ogni volta che lo prendevano su gli prendevano spasmi di tosse e perdeva completamente il respiro. Ora, senza un pensiero di dubbio o di paura, il padre afferrò su il figlio e lo portò a Bill.
      Posando le sue mani sulla pelle blu del bambino, Bill pregò: “Padre Celeste, perdona la stupidità del tuo servitore per aver preceduto la visione. Guarisci questo bambino nel Nome di Gesù Cristo”.
       Il ragazzo cominciò a dimenarsi. Le sue guance blu divennero di colore rosa ed i suoi occhi disattenti cominciarono a muoversi, e focalizzare. “Papà”! Gridò. “Oh, papà, papà”! E gettò le sue braccia intorno al collo di suo padre.
      Tutti nella stanza andarono subito dal bambino, facendo la stessa domanda: È tutto a posto? Il ragazzo asserì di star bene, ma Bill aggiunse, “Sig. Himmel, ci vorranno tre giorni prima che lo lasci completamente, perché nella visione ci vollero tre passi prima che i suoi arti contorti si potessero risanare”.
       John Himmel riportò di nuovo Bill e Graham a Jeffersonville, entrambi in tempo per andare a lavorare.
       Mercoledì sera Bill raccontò alla sua congregazione, la visione e la guarigione dicendo: “Domani pomeriggio, voglio che tutti voi salite con me lassù a guardare dalle finestre. Vedrete se quel piccolo ragazzo non viene attraverso il pavimento con baffi di latte sul labbro superiore. Metterà le sue mani nelle mie e dirà: “Fratello Bill, io sono perfettamente guarito”.
       Il pomeriggio di giovedì l’intera chiesa seguì Bill in campagna, in quella casa di due stanze. Alcune persone si accalcarono alla finestra ed altri stettero dietro a Bill, mentre bussava alla porta anteriore. La madre stava lavorando nella cucina sul retro della casa. Bill poté sentire la sua corsa attraverso il pavimento di legno per venire ad aprire la porta.
       “Salve, fratello Bill. Entra, guarda la differenza in nostro figlio, ora”.
     Bill avanzò nella stanza senza dire una parola. Attraverso la porta della cucina aperta, poteva vedere il ragazzo seduto in un angolo che giocava con dei blocchi. Il bambino si alzò e trotterellò attraverso il pavimento. Il suo labbro superiore era decorato con baffi di latte e cioccolato. Lui mise le sue piccole mani in quelle di Bill e disse: “Fratello Bill, io sono perfettamente guarito”.
     Al suo seguente servizio Bill raccontò il resto della visione, della ragazza col braccio rinsecchito e due gambe piegate, che sarebbe guarita. Lui enfatizzò, “Io non so quello che vogliono significare queste cose. Posso solo dirvi quello che ho visto”.
     Due settimane più tardi, quando Bill si presentò al lavoro la mattina, il sig. Scott, il suo caposquadra, gli disse: “E’ arrivata una lettera per te, Bill. L’ho messa nella tua cassetta”.
       Mentre Bill stava raccogliendo i suoi incarichi di lavoro per la giornata, guardò l’indirizzo di ritorno sulla lettera. Proveniva dalla sig.ra Harold Nail da South Boston, Indiana. Lui non aveva mai sentito di un luogo chiamato South Boston, Indiana.
       Aperta la busta, tolse la lettera e la lesse. 

       Caro sig. Branham,
      Il mio nome è Harold Nail. Io vivo a South Boston, Indiana. Ho una ragazza adolescente menomata, che è costretta a letto a causa della sua afflizione. L’artrite è entrata nelle sue giunture ed ora lei piange giorno e notte dal dolore. Io sono una Metodista. Ad una riunione di preghiera diverse settimane fa... [Bill si sentì indebolire quando vide la data. Era quella della stessa notte che aveva avuto la visione sulla ragazza storpia che fu guarita]... qualcuno mi diede il suo piccolo libretto chiamato, “Gesù Cristo lo stesso ieri, oggi e per sempre”. Dopo che io lessi il suo libro, qualcosa si mosse nel mio cuore per farmi decidere a scriverle e chiederle di venire a pregare per mia figlia.

       Distinti saluti.
       Sig.ra Harold Nail

     Quella sera in chiesa, dopo aver ricordato alle persone la sua visione, Bill lesse la lettera. “Sono sicuro che questa è la ragazza che ho visto nella visione, ma non ho mai sentito di questo luogo. Non sa nessuno qui dove si trova South Boston”?
      George Wright rispose: “Fratello Branham, io penso che è a sud di New Albany”.
     Parecchie persone vollero andare con Bill per vedere adempiersi la visione: Jim Wiseheart, il diacono anziano di Bill; la 21 enne Meda Broy; e il sig. e la sig.ra Brace, una coppia che si era recentemente trasferita per essere vicino al Branham Tabernacle dopo che la sig.ra Brace era stata guarita miracolosamente dalla tubercolosi tramite le preghiere di Bill. Quel fine settimana, quando furono tutti ammassati nella macchina di Bill, Bill diede al sig. Brace un pezzo di carta con un nome e due date scritte su di esso. “Per che cosa è questo”?
       “In qualche parte lungo la strada noi incroceremo un cimitero. Troverai questo, scritto in una delle lapidi”. “Pensavo che avessi detto che non eri mai stato a South Boston, prima”.
    “Infatti, non ci sono mai stato, quelle date mi furono date dall’angelo del Signore. Quando le vedremo, sapremo di essere sulla strada giusta”.
     Si diressero a sud, solamente scoprirono che George Wright aveva pensato ad una città chiamata New Boston, non South Boston. Chiesero ad un ufficio postale, e capirono che South Boston era un villaggio a nord di Jeffersonville, appena dopo Henryville. Chiesero di nuovo a Henryville, furono indirizzati genericamente nella direzione.
    Per sei miglia seguirono una piccola, serpeggiante strada fangosa tra piccole fattorie, campi di mais, colline boschive, e folti boschetti d’alberi di sassofrasso. Strade laterali (o erano strade principali?) frequentemente ramificate, era difficile comprendere se stessero ancora dirigendosi nella giusta direzione. Improvvisamente qualcosa afferrò Bill internamente con tale forza che gli mozzò il fiato. Tirò su il freno e si fermò.
       “Cosa succede”? Chiese Jim Wiseheart.
     Bill tremava leggermente e il sudore gli gocciolava giù dalle tempie. “Non lo so Qualcosa non va. Ho bisogno di stare un momento da solo”.
       Uscì e fece un giro dalla parte posteriore della macchina. Mise un piede sul paraurti posteriore e pregò, “Padre Celeste, cosa vuoi far sapere al tuo servitore? L’aria fresca di primavera lo rinfrescò e subito quella sensazione che comprimeva i suoi polmoni e la trachea scomparve. Come si guardò in giro, notò una chiesa lontana, fuori dalla strada. Accanto alla vecchia chiesa, un piccolo cimitero di paese. “Fratello Brace”, chiamò emozionato, “Portami quel pezzo di carta”.
     Tutti uscirono dalla macchina e seguirono Bill nel cimitero. Appena oltre il cancello giaceva una grande lapide marmorea. Il nome e le date intagliate nella sua  superficie bianca e liscia erano le stesse come quelle sul pezzo di carta in mano al sig. Brace.
      “Io non ci sono mai stato prima in questo paese”, disse Bill, “Ma so che siamo sulla giusta strada. Quello era l’angelo del Signore che mi ha fermato. Lui non volle che io mancassi questa lapide commemorativa”.
       Sette miglia più tardi arrivarono su un promontorio e videro giù un piccolo villaggio ad un incrocio.
      “Quello è il luogo”, disse Bill. “C’è la parete frontale gialla. Ora voi prestate attenzione— quando arriveremo là, un uomo con i baffi bianchi uscirà da quel negozio e ci indicherà la direzione. Indosserà una tuta blu ed un berretto di velluto a coste giallo. Voi aspettate e vedrete”.
       La sig.ra Brace disse: “Fratello Branham, io ancora non posso superare quella della lapide. Non ho mai visto accadere qualcosa come questa prima d’ora. Se quell’uomo si presenta come tu dici, io non so quello che farò”.
     “Se lui non si presenta, disse Bill, “Allora io sono un gran raccontafavole”.
      Come la macchina rallentò per fermarsi all’incrocio, la porta anteriore del negozio si aprì e l’uomo uscì fuori —baffi bianchi, tuta blu, berretto di velluto a coste giallo e tutto. La sig.ra Brace, seduta sul grembo di suo marito, svenne.
      Bill, disse “Ora guardate—lui agirà davvero stranamente perché la potenza del Signore è così vicina”. Tirò giù il finestrino e chiese: “Signore, penso che voi mi sappiate dire dove abita Nail Harold”.
       L’uomo sembrò sorpreso. Poi mentre parlava, muoveva i suoi occhi avanti e indietro come se lui si sentisse nervoso. “Salite per questa strada qui, per un mezzo miglio e poi girate giù alla prima strada a sinistra. È la seconda casa sulla sinistra. Vedrete una grande stalla rossa situata in cima ad una collina. Perché”? “Ha una figlia menomata, non è vero”?
       “Sì, è vero. Cosa n’è di lei”? “Il Signore Gesù la guarirà”.
      Bill seguì la direzione dell’uomo verso South Boston, mentre sul sedile posteriore il sig. Brace massaggiava la faccia di sua moglie. La sig.ra Brace si rianimò proprio nel momento in cui girarono sul passo carraio dei Nail. Bill parcheggiò la macchina nel recinto e uscirono tutti. Una donna di grossa corporatura aprì la porta di casa.
       “Piacere. Io sono il fratello Branham”.
       “Lo immaginavo. Io sono la sig.ra Harold Nail, colei che spedì quella lettera”.
       “Felice di conoscerla, sig.ra Nail. Queste persone sono venute con me a pregare per sua figlia. Lei stà per essere guarita”.
       “Cosa”? La donna spalancò la porta. Entri”.
   Una volta dentro, Bill non aspettò la sig.ra Nail per farsi condurre, ma avanzò sicuro a grandi passi attraverso la sala fino alla camera da letto della ragazza. Gli altri lo seguirono da vicino. La stanza nella quale entrarono era perfettamente uguale a quella della visione: C’era la stufa a legna; la carta d’apparati gialla con disegni rossi; la scritta sopra alla porta che diceva: “Dio benedici la nostra casa”. Il letto d’ottone; e là, sopra alle coperte, la ragazza malandata con la faccia da ragazzo, un braccio secco e le sue gambe tirate sotto di lei. Quando la sig.ra Brace vide la stanza e la ragazza come Bill li aveva descritti, svenne per una seconda volta. Suo marito si precipitò al suo lato e riuscì ad afferrarla prima che cadesse per terra e schiaffeggiando leggermente la sua faccia, cercò di farla rinvenire. Qui, successe qualcosa che in seguito Bill non fu mai in grado di spiegare. Sembrò come se il suo spirito si fosse separato dal corpo e fluttuasse in un angolo sopra il gruppo. Da questa posizione lui guardava se stesso (o almeno il suo corpo) camminare verso il letto e dire. “Sorella, così dice il Signore, tu sei guarita”. Guardò se stesso posare le mani sul ventre della ragazza, precisamente come aveva fatto nella visione. Poi il suo spirito ritornò di nuovo nel suo corpo. Con gli occhi chiusi pregò: “Signore, io faccio questo come Tuo comandamento”.
       La ragazza gridò. Bill aprì gli occhi e vide che la sua mano storpia era ritornata normale. Nella frenesia dell’eccitamento la ragazza usò il suo braccio risanato per alzarsi dal letto. Le sue gambe si raddrizzarono, e nel fare così una gamba del pigiama si sollevò, mostrando il suo ginocchio rotondo, adempiendo precisamente la visione.
     Il sig. Bruce aveva rianimato sua moglie a sufficienza da rimetterla in piedi. La ragazza costretta a letto gridò, “Mamma! Mamma”! Mentre allungava le gambe oltre l’orlo del letto, le piantò sul pavimento, e si alzò. La sig.ra Bruce diede uno sguardo al miracolo, e svenne di nuovo, crollando nelle braccia di suo marito.
    Un momento più tardi, mentre aspettavano nella stanza anteriore, uscì la ragazza, in accappatoio, camminando su due buone gambe e spazzolandosi i capelli con la mano che per anni era stata raggrinzita ed inutile. Questa volta, la sig.ra Bruce riuscì a non svenire.