8 nov 2015

Soprannaturale: La vita di William Branham






Libro uno: Il ragazzo e la sua privazione (1909-1932)

di Owen Jorgensen

Da qualche parte nel mondo,
un adolescente sincero sta cercando una risposta ad una
domanda del tipo:
Dio esiste veramente? Se è così, chi è? E dov’è?
Questo Dio è interessato alla mia vita?
A te giovane, investigatore, è dedicato questo libro …
Perché una volta ero anch’io così.



Questa biografia è diversa da ogni libro se mai ne
avete letto uno prima. C’è chiaramente il dramma naturale


Improvvisamente il fucile da caccia esplose, scoppiando molto
vicino alle gambe di Billy. Billy crollò, urlando per il dolore.
Jimmy cadde sui suoi ginocchi, bisbigliando, “Mi dispiace,
Billy, sono così dispiaciuto. E’ stato un incidente. Non volevo
farlo — Poi esaminò attentamente le gambe del suo amico.
Jimmy impallidì. “Billy non provare a muoverti. Andrò a
cercare aiuto”.
“No, non lasciarmi”, gridò Billy, Ma Jimmy correva già come
una lepre. Quando Billy guardò le sue gambe, fu atterrito nel
vedere che erano quasi troncate in due.


Ma il dramma è solo all’inizio. Poi viene il sovrannaturale eniente è più come prima ...


Indice

Prefazione dell’autore

Cap. 1. Il misterioso segno della sua nascita…….. .9

Cap. 2. La sua prima visione……………………..19

Cap. 3. Il sapore della povertà……………………32

Cap. 4. Picchiato senza misericordia……………..39

Cap. 5. Colpito accidentalmente………………….47

Cap. 6. La schiacciante confitta………………….57

Cap. 7. Fuggendo nel deserto……………………. 65

Cap. 8. Il Segno segue…………………………… 72

Cap. 9. La sua ultima occasione…………………. 78

Cap. 10. Prima prova della fede….. ……………. 87

Cap. 11. Ordinato per un Vangelo Sovrannaturale.94

Chiarimento dell’autore

Prefazione dell’autore

       Quando iniziai questo progetto, la prima domanda difficile che affrontai fu — come dovrei accostarmi ad un soggetto che ha così pochi precedenti? La maggior parte della vita di William Branham è ben oltre i confini dell’umana esperienza che è così difficile rendergli onore nello spazio confinato di un libro. Il mio criterio ha vantaggi come anche limitazioni, entrambi le quali voglio condividere con voi all'inizio.
   Ogni biografo deve prendere certe decisioni prima di incominciare a scrivere. Deve impostare il suo libro cronologicamente o correntemente? Quale pubblico cerca di raggiungere? A che livello di comprensione dovrebbe scrivere? Quanto lungo dovrebbe essere il suo libro? Quali avvenimenti dovrebbe includere e quanti dettagli dovrebbe aggiungere ad ogni episodio? Quanto dovrebbe analizzare e quando dovrebbe solo descrivere gli eventi senza commento? L’elenco prosegue
….
       Ho strutturato questa biografia cronologicamente, convinto da profonda intuizione che avrei potuto ottenerla osservando la vita di William Branham svelata passo dopo passo. Molti biografi rimangono sempre – presenti nei loro testi, analizzando e spiegando il futuro significato di ogni evento che descrivono. Io ho scelto di non farlo, lasciando che il significato di ogni evento rimanga un mistero fino a quel punto della storia quando William Branham stesso insegna il significato. Questo permette al lettore di seguire la sua vita come lui la visse, di comprendere lo sviluppo del suo carattere ed apprezzare lo sforzo di comprendere il senso della sua vita peculiare.
       Poiché diverse brevi biografie sono già state scritte su William Branham, Ho ritenuto che questa biografia debba essere più estesa e molto più dettagliata. Non l’ho fatto per essere monotono, così mi sono concentrato sul dramma naturale della storia, ricco di sorprese sovrannaturali — tentando di tenere le analisi al minimo. Il risultato è di un testo estremamente leggibile. Sia che tu sia uno scolaro delle elementari o un professore universitario, penso che lo scoprirai molto di più da te stesso sfogliando ogni pagina.
       Ma questo punto di forza ha anche un difetto. Poiché questa biografia scorre veloce come un’eccitante novella, alcuni lettori possono essere tentati di metterlo da parte come un romanzo. Ciò sarebbe un errore. Ogni evento in questo libro è accaduto. Molte di queste storie sono ben documentate da molteplici sorgenti. Nella mia ricerca ho fatto uso di giornali e articoli di riviste, libri, fotografie, film e testimonianze di persone che conobbero William Branham personalmente e che furono testimoni oculari in alcuni dei fenomeni sovrannaturali descritti in questa biografia.
       Comunque, ho tratto la maggior parte delle informazioni dalla personale testimonianza di William Branham stesso. Dal principio alla fine dei 19 anni del suo ministero nazionale ed internazionale, più di 1.100 dei suoi sermoni sono registrati in cassette audio. Durante la maggior parte di questi sermoni lui raccontò storie a riguardo di queste straordinarie esperienze. Molte volte lui parlava di cose che gli erano appena accadute, descrivendole nei minimi particolari, includendo le conversazioni ( Per più particolari a riguardo, leggi le annotazioni dell’autore alla fine di questo libro.) Spesso William Branham soleva anche dire cosa ne pensava quando accadevano questi eventi – il sogno di un biografo si avvera! L’abbondanza della sorgente del materiale di questo tipo – dettagliato e altamente personale —mi rese possibile questa biografia che ho preferito scrivere in uno stile avvincente. Ho sentito che la forza di questo accostamento superava il fatto che il testo non ha una maschera accademica. Il mio scopo è di trattenervi nella lettura fino a quando avrete acquisito una migliore conoscenza di una delle più importanti figure pubbliche della nostra generazione — e uno dei più grandi uomini di tutti i tempi.
Owen Jorgensen, 1994       

Capitolo 1 Il misterioso segno della sua nascita 1909-1912

“A quindici anni non si è troppo giovani per avere un figlio”, Ella Branham bisbigliò fra se, cercando di darsi coraggio. “Perché era arrivato il momento”.— La doglia la colpì di nuovo — più forte, più imponente di prima.
     Ella sentì il panico aumentare con diffuso disagio. Si tenne la pancia gonfia e gemette: “Non ancora. Per piacere, non ancora. Non prima che Charles ritorni a casa”.
      Gocce di sudore uscivano dalla sua fronte. Barcollò andando da una parte all’altra del pavimento in terra battuta, fino all’unica finestra della capanna, posta nel mezzo di una porta di legno grezzo. La finestra non aveva vetro, solo un’imposta di legno che Ella lasciava aperta durante il giorno e chiudeva la notte. Ora era aperta.
      “Charles”! gridò. La sua voce sembrò svanire nel bosco deserto del Kentuchy, con la sua immensa distesa di colline e valli che si prolungano in ogni direzione. Sapendo che il suo vicino più prossimo viveva lontano diverse miglia, faceva sentire Ella disperatamente sola. Il dolore le stringeva lo stomaco, facendola andare nel panico. “Charles”! Gridò di nuovo. “Charles, dove sei”? Poi la sua voce si tramutò in un debole singhiozzo, “Per piacere vieni a casa. Ho bisogno di te”.
    Charles Branham aveva ricevuto la sua paga di taglialegna quella mattina e andò in città — a Burkesville, Kentucky — per comprare una salopette, “In onore del mio primo figlio”, egli disse. Ma cosa lo tratteneva così a lungo? Che si sia attardato in una taverna? Se così fosse, non sarebbe stata la prima volta nel loro primo anno di matrimonio. Ma certamente Charles non avrebbe fatto una tale cosa oggi? Lui sapeva che il loro bambino doveva nascere da un momento all’altro.
     Le contrazioni calarono, lasciandola esausta. Ella si chinò contro lo stipite scheggiato della porta, osservando il sole tramontare dietro gli aceri e le querce che avevano appena cominciato a germogliare. Era l’aprile dell’anno 1909. Come chiuse l’imposta rabbrividì.
   Ora, l’unica luce nella baracca proveniva dal tramonto che filtrava dentro, attraverso le fessure dei tronchi grezzamente squadrati. Fasci di raggi di luce si muovevano lentamente sopra la tavola – un oggetto fatto in casa, ricavato da un ceppo segato con dei sostegni di legno per gambe e una panca per sedersi. L’unico altro pezzo del mobilio nell’unica stanza di circa 4 m di lunghezza, era un semplice letto inchiodato ad una parete. Ella andò barcollando fino al letto e si accasciò sul materasso di paglia, tirandosi il piumino fino al mento. Il cuscino fatto con l’involucro del granoturco scricchiolava sotto la sua testa ad ogni movimento. Ella pensava alla sua casa di prima in Paris, Texas, alla quale lei recentemente avrebbe voluto scappare. Lo scorso anno le era sembrata intollerabile. Ma ora, in questa circostanza, non le sembrava così brutta.
   Ella crebbe in Texas come Ella Harvey. Suo padre era un cacciatore di selvaggina, d’animali da pelliccia e insegnante. Sua madre era un’indiana Cherokee purosangue. Ella, la più vecchia di quattro figli, aveva vissuto un’infanzia meravigliosa libera da preoccupazioni fino a tre anni prima, quando sua madre morì di scarlattina. Ella aveva appena dodici anni e suo fratello più giovane ne aveva solo quattro. Il lavoro domestico e materno cadde pesantemente su di lei.
    Poco più di un anno prima, incontrò Charles Branham in un rodeo. Charles era piccolo e bello, con capelli neri e ricci, largo di spalle e abbastanza esperienza di cowboy per battere quasi ogni cavallo selvaggio che sfidava. Ella fu colpita dal suo fascino. Charles aveva 18 anni e lei 14, ma sembrava più vecchia. In quel momento, il matrimonio le era sembrato un buon mezzo per evitare il faticoso lavoro di prendersi cura dei suoi fratelli più giovani. Ora si chiedeva se fosse semplicemente caduta dalla padella nella brace. Eccola, a quindici anni, straniera nelle montagne del Kentucky, aspettando un bambino, a 60 km dal più vicino dottore, senza nemmeno un amico da chiamare in aiuto. Affondò la testa nel cuscino e pianse.

Charles Branham ritornò alla baracca un’ora dopo il tramonto. Aveva bevuto, naturalmente, ma non abbastanza da offuscare i suoi pensieri. Aprì la porta pian piano così che non avrebbe disturbato la sua giovane moglie se fosse addormentata. Poi lui sentì il suo gemito. Rapidamente Charles accese un nodo di pino e lo mise sul coperchio di un vaso di frutta. Il nodo di pino bruciò con una debole, crepitante luce densa di fumo. Poiché la baracca era ventilata naturalmente, il fumo veniva trasportato via attraverso i travicelli, filtrando attraverso le fessure delle assicelle di copertura del tetto.
      “Charles”, Ella bisbigliò debolmente, “Stanotte è la notte. Vai a prendere tua mamma”.
   Charles accese il fuoco, poi si affrettò verso la baracca di sua madre. La notte era fredda e chiara, la luce delle stelle rendeva facile mantenere il sentiero. Un’ora dopo ritornò con sua madre e due donne sue vicine.
       Nonna Branham era una vecchia donna scontrosa, dura come la pancetta affumicata. Ma vedendo questa piccola ragazza di 15 anni in travaglio si ammorbidì come il grasso caldo di procione ammorbidisce gli stivali di pelle. (Non che nonna Branham abbia mai usato stivali. Lei non ebbe mai un paio di scarpe in vita sua). Ora si prese carico della situazione. Avendo lei stessa 17 figli, era ben preparata come ostetrica per la sua nuova nuora. Insistette affinché Charles aspettasse fuori. Egli non questionò. Presa una coperta, andò fuori zigzagando sotto la tettoia bordeggiando la baracca fino ad un’estremità, facendosi il letto con trucioli di legno e cortecce. Presa una bottiglia di whiskey dalla tasca, Charles la tracannò per calmare i suoi nervi. Subito dopo cadde in un sonno profondo.
  Come l’alba si avvicinava, l’agitazione dentro la baracca aumentava sempre più. Charles si alzò. L’orizzonte ad est si stava rischiarando con l’avvicinarsi dell’alba, ma il sole non era ancora sorto. Egli maledì se stesso per essersi assopito, poi si preoccupò perché suo figlio non era ancora nato. C’era qualcosa che non andava? Forse sarebbe dovuto entrare e controllare? Prima che potesse decidersi, udì lo strillo acuto di un neonato. L’uscio della baracca si aprì all’improvviso e una delle due donne del vicinato chiamò: “Charles Branham, è un bambino”.
      Timidamente Charles si trascinò dentro e chiuse la porta. La stanza odorava di fumo di grasso di candela che era sulla tavola. Nonna Branham finì di lavare l’infante che pesava kg 2,27 e delicatamente lo pose nelle braccia di sua madre, Charles rimase vicino al letto con le sue mani infilate nella pettorina della sua nuova tuta, osservando nervosamente quella piccola creatura che si dimenava vagendo, quello era suo figlio.
       Ella disse: “Charles, ha gli occhi blu come i tuoi”.
   Charles studiò i piccoli occhietti, ma in quella fioca luce non poteva distinguere il colore. “Il suo primo nome sarà William”, disse: “E il suo secondo nome sarà Marrion”.
   Ella provò il nome con la lingua, William… Marrion… Branham. Sembrava abbastanza distinto. E può essere chiamato Billy. Charles, penso che anche Billy avrà i capelli ricci come te. Apri l’imposta così posso vederlo meglio”.
       Erano appena passate le cinque di martedì mattina del 6 Aprile 1909. La luce del mattino filtrava attraverso le fessure, sebbene il sole non fosse ancora arrivato all’orizzonte. Charles aprì l’imposta, poi indietreggiò, spaventato. Qualcosa sfrecciò attraverso la finestra aperta — una Luce, come una stella, dal diametro di circa 30 cm. Ella gridò e strinse suo figlio al petto cullandolo. Gli altri, sbalorditi, indietreggiarono contro la parete. La strana Luce roteò nella stanza diverse volte poi si fermò sopra il letto, restando sospesa sopra la nuova mamma e il bambino, risplendendo di una Luce verde giallognola, pulsando con una vita sua. Per meno di un minuto mantenne quella posizione — non a lungo, ma abbastanza a lungo perché ognuno nella baracca potesse essere sicuro d’averla vista realmente. Poi velocemente com’era entrata, la palla di fuoco uscì roteando, passando tra i travetti attraverso il tetto.
   Charles fissava le assi del tetto con occhi spalancati e inamovibili. Improvvisamente una folata d’ali attirò la sua attenzione verso la porta, dove una colomba era atterrata sul davanzale della finestra aperta. La colomba bianca come neve diede uno sguardo alla stanza con curiosità, quasi come se stesse cercando qualcosa. Quando individuò il neonato, drizzò la testa e tubò verso di lui e volò via. Charles guardò fisso l’uccello per un momento, poi rivolse i suoi occhi di nuovo verso il soffitto.
      Una delle due donne borbottò, “Bene, io mai”...
      L’altra meditò, “Che sorta di giovane sarà mai questo ragazzo”?
      Billy Branham aveva solo 15 minuti di vita.

Le notizie si diffusero velocemente fra la gente delle montagne a riguardo di: “Quel bambino nato lassù sulle montagne con quella Luce sopra di lui”. Alcuni ci passavano sopra come se fosse stata una luce riflessa da uno specchio. Charles ed Ella avevano più buon senso, nella baracca non ci furono mai stati specchi. Per di più il sole non era ancora alzato. Loro erano perplessi. C’era qualche significato spirituale in quella Luce? Charles voleva dimenticarlo, ma Ella no. Lei insistette affinché, “qualche cosa doveva essere fatta”, alla fine decisero che il loro bambino doveva essere portato in chiesa e consacrato a Dio. All’inizio Charles si oppose a quest’idea; ma alla fine acconsentì, sebbene la concessione andasse contro la tendenza del suo carattere. Ora il quesito venne: dove lo avrebbero portato?
       Gli antenati di Charles Branham erano rigorosamente Cattolici Irlandesi. Dalla parte di Ella, anche gli Harvey erano Cattolici Irlandesi, eccetto che per la mamma di Ella, la quale apparteneva alla nazione Cherokee. Comunque, entrambi Charles ed Ella si allontanarono completamente dal loro fondamento cattolico e nessuno di loro aveva un’apparente convinzione religiosa. Essi si accordarono che per il loro scopo, la migliore chiesa era la chiesa più vicina.
       Cosicché quando Billy Branham aveva due settimane, Charles ed Ella lo fasciarono e lo portarono giù alla chiesa Battista Opossum Kingdom, dove una piccola congregazione si riuniva ogni domenica in un grezzo edificio di tronchi e il pavimento in terra battuta e i banchi d’assi sostenute da ceppi di legno. La chiesa Battista Opossum Kingdom non aveva un pastore regolare. Quasi tutte le Domeniche la congregazione cantava canti e leggeva la Bibbia. Ma ogni due mesi un predicatore itinerante arrivava e predicava un sermone. Il vecchio predicatore oggi era qui. Elevò preghiere per il piccolo William Marrion Branham, chiedendo a Dio di usare un giorno questo ragazzo per il Suo servizio. Fu l’ultima volta che Billy Branham entrò in una chiesa per 23 anni.

Tagliare legna spesso costringeva Charles a rimanere lontano dalla moglie e da suo figlio per tutta la settimana. In quell’Ottobre 1909, una bufera di neve lo bloccò lontano da casa nel luogo dove tagliava la legna. Ella, gravida di quattro mesi del secondo figlio, era preoccupata di come le provviste diminuivano. Quando la legna per il fuoco si esaurì, si avvolse i piedi in sacchi di iuta e si avviò lottando contro un vento pungente e i cumuli di neve che gli arrivavano fino alla cintola, lottando per farsi strada nei boschi per tagliare qualche piccolo alberello e dei rami secchi, trascinandoli poi alla baracca in un disperato tentativo di tenere il fuoco acceso. Ma quando il cibo finì, perse ogni speranza. Il fuoco si ridusse in cenere; Ella era troppo debole per fare un altro giro fuori nei boschi. Riunendo ogni straccio della baracca, avvolse se stessa e il figlio il meglio possibile, poi si trascinò nel letto e tirò sopra di loro il piumino. Fuori il vento soffiava incessantemente. La stanza si raffreddò tanto che l’acqua dei secchi si congelò. Ella fissava con lo sguardo i travetti considerando ancora quella strana Luce alla nascita del suo primo figlio. Aveva pensato molte volte a questo nei mesi scorsi. Qualche volta lei pensò che fosse un segno che Billy era destinato a qualcosa di grande, ora le sembrava insignificante, poiché la morte di entrambi non poteva essere lontana.
   La persona più vicina era un vecchio uomo che viveva dall’altra parte della valle. Quando la tormenta cessò, questo vicino uscì da casa per sbrigare alcune faccende. Poteva appena scorgere il tetto della baracca dei Branham e notò che non c’era segno di fumo che usciva dal camino. In quel momento non ci fece molto caso, ma dopo alcuni giorni cominciò a preoccuparsi. Aveva visto il fumo uscire dalla baracca prima della tormenta; nessuno avrebbe potuto lasciare la baracca durante la tormenta. Presagendo qualcosa di brutto, decise di investigare. Come si avvicinò alla baracca, vide che non c’erano impronte nella neve caduta di fresco. Ciò confermò il suo timore che nessuno aveva lasciato la baracca dopo che la tormenta era cessata. Bussò, ma nessuno rispose. Quando provò ad aprire la porta, notò che era chiusa dall’interno. Ora era sicuro che dovesse esserci qualcuno dentro. — Qualcuno che doveva essere in gravi condizioni o avrebbero risposto. Con un grande sforzo riuscì a forzare la porta.Ciò che scoprì all’interno lo fece rabbrividire.
       Ella e il bambino erano raggomitolati nel letto, pressoché morti di fame e freddo. Precipitosamente prese l’ascia di Ella e andò nel bosco e riportò abbastanza legna per riscaldare la baracca. Non trovando cibo, camminò faticosamente verso casa e ritornò con tanti generi alimentari quanti ne poteva portare. Chiamare un dottore non era nemmeno pensabile, così il vecchio uomo si prese cura della giovane mamma e del bimbo. Prima che Charles si facesse un varco tra i cumuli di neve fino alla baracca, sua moglie e suo figlio incominciavano a riprendere forza.
   Il rimanente di quell’inverno Charles rimase vicino a casa, cacciando selvaggina e animali da pelliccia per mantenere la dispensa piena. In primavera ritornò a tagliar legna. Dopo che il ghiaccio si sciolse, lui attaccava i tronchi ad un bue e uno per volta li trascinava giù al fiume Cumberland, dove altri taglialegna li avrebbero legati insieme come una zattera, fatti galleggiare fino al fiume Ohio e poi nel Mississippi.

Nel Marzo del 1910, Charles ed Ella ebbero il loro secondo figlio, Edward. Alcuni mesi dopo, ora sedicenne, sentì un altro bimbo crescere nel grembo. Ella partorì il suo terzo figlio all’inizio del 1911. Era un altro maschio. Lo chiamò Henry. Charles lavorò dalla primavera all’estate fino l’autunno del 1911. Poi la sfortuna colpì di nuovo, strappando Charles dalla sua giovane famiglia e quasi uccidendolo.
     Come il più giovane di 17 figli, Charles Branham crebbe con molti cattivi maestri. Egli imparò a bere whiskey quando era solo un ragazzo e imparò a sistemare le questioni con i suoi pugni. Nell’autunno del 1911, Charles era ad una festa, quando scoppiò una lite. Alcool di contrabbando e uomini induriti fecero un’eccellente mistura e subito la lotta finì in una feroce rissa coinvolgendo ognuno nel locale. Un robusto prepotente di nome Willy Yarbrough diede un pugno ad un amico di Charles buttandolo a terra, saltò sopra di lui, estrasse il coltello e stava quasi per affondarlo nel suo cuore, quando. Charles gettò una sedia sulla testa di Willy. Charles indietreggiò ed estrasse il suo coltello. Willy dimenticò l’uomo sul pavimento e inseguì Charles. Willy avrebbe tagliato la gola a Charles se ne avesse avuto l’opportunità — egli era un uomo senza misericordia il quale aveva ucciso il suo proprio figlio con una stanga del recinto — ma il coltello di Charles trovò il suo bersaglio per primo, lasciando Willy in una pozza di sangue, senza sensi, sebbene ancora vivo. Quando le notizie di questa rissa arrivarono a Burkesville, Kentucky, Charles fu reso responsabile come capo banda e fu accusato di tentato omicidio. Uno sceriffo salì a cavallo per arrestarlo. Prima che lo sceriffo potesse trovarlo, Charles annusò il pericolo. Dovette partire in fretta, non sapendo dove sarebbe andato o cosa avrebbe fatto. Prima di partire, promise ad Ella che appena possibile avrebbe trovato un lavoro e un posto per vivere per loro e l’avrebbe fatta chiamare, usando un nome falso così che non sarebbe stato rintracciato.
       E così, nello spazio di un pomeriggio, Charles svanì, lasciando sua moglie sola nei boschi a provvedere per se stessa e i suoi tre figli. Billy aveva due anni e mezzo, Edward uno e mezzo e Henry quasi sei mesi. A 17 anni, Ella era pressoché lei stessa una bambina. Passate alcune settimane, capì che Charles aveva lasciato parte di se stesso con lei. Era di nuovo incinta.
       Quell’autunno e quell’inverno portarono Ella al limite delle sue forze. Le sembrava di vivere in un incubo, cercando di prendersi cura dei tre bambini in una misera baracca isolata, mentre in quel periodo di tempo aveva molte nausee. Non aveva denaro, né mezzi né forze. Se non fosse stato per l’aiuto dei parenti di Charles – poveri com’erano — Ella sapeva che non sarebbe sopravissuta.
       Ma finalmente le stagioni cambiarono, il suolo si scongelò, la nausea cessò. Henry passò il suo primo compleanno, Edward il secondo e Billy il terzo compleanno, il bambino scalciava e si torceva nel grembo di Ella che era prossima al parto. Una volta durante la primavera del 1912, uno sceriffo si fermò davanti alla baracca per chiedere se Ella avesse avuto notizie di suo marito. Lei poté dire la verità — non aveva notizie di lui e non aveva idea dove egli fosse.
   Alcuni giorni dopo la visita dello sceriffo, Billy ed Edward stavano giocando fuori, dietro alla baracca dove una piccola sorgente manteneva il terreno fangoso. Billy volle far vedere al fratello più giovane come era forte, così prese su il più grande sasso che poté alzare, lo tenne sospeso sopra la sua testa e lo gettò nella sorgente. Il sasso sprofondò nel fango accanto all’orlo dell’acqua schizzando il fango su Edward che immediatamente gridando e ondeggiando ritornò alla baracca. Un pettirosso cominciò a cinguettare con impeto. Billy ispezionò i rami finché notò l’uccello su un albero vicino. Fece un passo verso di esso e l’uccello volò via. In quel momento accadde qualcosa di così eccezionale che avrebbe segnato la sua tenera mente e sarebbe divenuta la prima memoria della sua fanciullezza. Da dove il pettirosso era situato, venne un suono come di vento che fruscia tra le foglie — whoossssh. Poi una voce tuonò dall’albero — una voce molto chiara, umana — la quale disse: “Tu vivrai vicino una città chiamata New Albany”. Con uno strillo di terrore, Billy scappò nella baracca il più veloce possibile che le sue tozze e corte gambe potessero portarlo, strillando, “Mamma! Mamma”!
     Ella stava pulendo il fango dalla pancia di Edward. “Billy, cos’è successo”! Domandò, mentre stringeva il figlio più vecchio a se.
   Un uccello mi ha parlato, mamma. L’ho sentito cantare in un albero e poi mi ha parlato”.
      Ella sorrise, “Stavi sognando figliolo”.
     Ma Billy insistette. “L’ho sentito mamma. L’ho sentito parlare”.
   “E cosa disse quest’uccello”? Ella lo stuzzicò, ancora pensando che fosse l’immaginazione di Billy.
   “Egli mi disse che avremmo vissuto vicino ad una città chiamata New Albany”.
   Questa risposta l’inquietò. Non sembrò come qualcosa che un piccolo ragazzo avrebbe fatto nel suo gioco. Andò dietro la baracca e chiamò in direzione del bosco, “Ehi. C’è qualcuno la”? Quando rientrò, Billy, chiese: “Mamma dove è New Albany”?
   “E’ una città dell’Indiana, proprio dall’altra parte del fiume a Louisville, Kentucky, a circa 160 km da qui. Billy, dove hai sentito parlare di New Albany”?
   “Io non ho mai sentito di New Albany, mamma, fino a che quell’uccello non mi ha parlato. Mamma, quando andremo a vivere là? Ci sarà anche papà a vivere là con noi”?
     Ella scosse la testa.
    Alcune settimane più tardi la lettera di Charles aspettata da lungo tempo arrivò. Ella sedeva al tavolo ricavato da un ceppo fissando la busta che teneva tra le dita tremanti. Billy stava sulla punta dei piedi sbirciando sopra il piano del tavolo. “Aprila, mamma”.
    Ella fece una risatina nervosa, “Sì certo. L’abbiamo aspettata per lungo tempo; perché dobbiamo aspettare ancora”?
    Con attenzione staccò il lembo incollato, tolse la lettera dalla sua busta, l’aprì e cominciò a leggere. Poiché suo padre era un insegnante, lei ricevette una discreta cultura. Ma Charles non aveva praticamente nessun’istruzione e non sapeva nemmeno leggere e scrivere, neppure il suo proprio nome. Uno dei suoi fratelli che viveva a Louisville scrisse questa lettera per lui.
     “Che dice mamma”? Chiese Billy.
    Lei parlava, mentre leggeva. “Dice che tuo padre è in Indiana. Ha trovato un lavoro fisso e un posto per vivere per noi e vuole che andiamo subito. E’ una piccola città di nome Utica, circa dieci miglia a nordest di”— si fermò repentinamente e guardò con stupore suo figlio di tre anni. Come può essere?
     “Dove, mamma? Dov’è Utica”? Billy insistette.
    Ella rispose lentamente, “Billy, noi andremo ad abitare a dieci miglia nordest di New Albany, Indiana”.

Capitolo 2 La sua prima visione 1912-1916

Charles Branham aveva incluso abbastanza denaro nella sua lettera, cosicché Ella poté noleggiare un carretto per fare il trasloco. Lei aveva pochi beni da caricare all’infuori dei tre bambini irrequieti. New Albany era situata a più di cento miglia a nord di Burkesville. Essendo prossima al parto, aveva paura del viaggio. Ma per Billy, bimbo di tre anni, il quale non aveva mai visto al di là delle montagne della sua baracca, il viaggio sembrò come un eccitante avventura. Lui fu entusiasmato specialmente dallo stretto piatto ponte di legno che attraversava il fiume Ohio tra Louisville, Kentucky e New Albany, Indiana. Ancora dieci miglia più avanti si presentava la loro nuova casa, vicino alla piccola città di Utica, Indiana.
       Il 27 maggio 1912, Ella partorì il suo quarto figlio, lo chiamò Melvin. Quell’estate Charles lavorò per un agricoltore del luogo. Era un lavoro molto faticoso, qualche volta doveva camminare dietro ad un cavallo e arare per 12 ore al giorno, sudando sotto un sole bruciante. Più di una volta venne a casa con la pelle scottata dal sole e la camicia appiccicata alla schiena ed Ella doveva tagliare via la camicia con le forbici. Quando il grano crebbe, Charles passava il giorno con una zappa a collo d’oca, togliendo le piante rampicanti di tra i solchi. All’inizio gli si formarono delle vesciche sulle mani che sanguinarono; più tardi si formarono dei calli più duri del cuoio. Egli soffriva tutto questo per solo 75 centesimi al giorno.
          Quell’autunno Charles ritornò a fare il taglialegna; per lui era più naturale che lavorare la terra. Lui era cresciuto tra i boschi e cominciò a tagliare legna in giovane età. Sebbene pesasse solamente 70 Kg, Charles, era muscoloso ed un così abile boscaiolo che poteva caricare sul carro un tronco di 400 Kg. da solo. Ma come si avvicinò l’Inverno, Charles divenne inquieto. I sei vivevano in una capanna di una stanza, non più grande e non più ben costruita di quella che avevano lasciato in Kentucky. Fare il taglialegna lo costringeva ogni volta ad essere lontano da casa per settimane. Non volendo far soffrire sua moglie come l’inverno passato, Charles incominciò a cercare un impiego migliore.
       Arrivò la primavera del 1913 prima che Charles potesse trovare un lavoro fisso. Ebbe un lavoro in Jeffersonville, Indiana, lavorando per il sig. Wathen — un multimilionario, proprietario delle distillerie Wathen che era anche comproprietario della squadra professionale di baseball, il Louisville Colonels. Charles fu assunto come chauffeur privato perché era bravo a maneggiare i cavalli. Il lavoro non era molto remunerativo, ma offriva d’altra parte dei sostanziali benefici — cioè, un posto per vivere senza pagare l’affitto sulla proprietà del sig. Wathen. Il luogo includeva una baracca di due stanze, una vecchia stalla, un gran giardino con bosco e un piccolo campo per sua utilità. Il sig. Wathen aveva anche lì vicino un piccolo caseificio e Charles poteva portare a casa un secchio di latte ogni sera — non piccolo beneficio per un padre con quattro ragazzi che stavano crescendo.
      Jeffersonville era una città a quattro miglia a nordest di New Albany, sulla strada del fiume localmente chiamata Utika Pike. Il sig. Wathen viveva a sette miglia fuori città in una grande tenuta. La baracca dove Charles si era trasferito era posta sul pendio di una collina che guardava dall’alto il fiume Ohio. Assi erose ricoprivano le pareti della struttura all’esterno; internamente, il fango riempiva le fessure tra i tronchi. La baracca aveva il pavimento di terra battuta, due stanze e un solaio sopra le travi di una delle due stanze per dormire. La scala per il solaio era fatta da due paletti. Nel mezzo del pavimento di una stanza era stato rotolato un ceppo segato e sopra vi erano state messe delle pietre piatte sulle quali era stata collocata una stufa a legna ricavata da un contenitore di petrolio vuoto. Per cucinare Ella usava un piccolo fornello a carbone, “monkey stove”. Avevano perfino una lampada a petrolio per far luce. Considerando tutte le cose, era un grande progresso in confronto della casupola di una stanza dove avevano trovato sistemazione in Utica.
     Sul fianco della collina di fronte alla baracca, un melo allungava i suoi rami sopra una piccola sorgente. La sorgente d’acqua fresca serviva come frigorifero per quasi tutta l’estate, mantenendo freschi, latte, siero e burro in contenitori di metallo impedendo che andassero a male. (Charles non poteva tenere la panna là; aveva troppi piccoli Branham golosi che rubacchiavano). La sorgente riforniva la casa con acqua fino a metà Agosto, quando alla fine si prosciugava, allora dovevano pompare l’acqua dal pozzo situato giù presso alla stalla e trasportarla a casa su per la collina.
        Billy amava quella sorgente gorgogliante. Un mestolo di zucca era appeso ad un chiodo conficcato nel tronco del melo, ma Billy lo usava raramente. A lui piaceva sdraiarsi sulla pancia nell’erba calda, mettere le sue labbra nell’acqua, e succhiare fino a che la pancia era piena. Poi riempiva una caraffa e la portava a suo padre nel campo.
        Charles arrivava a casa dai campi per la cena sempre affamato. Siccome non avevano l’impianto idraulico, doveva lavarsi dietro la baracca dove c’era un lavabo costruito contro il melo. Il lavabo era solo un’asse della stalla inchiodata al tronco, con un’asse dall’altra parte come gamba e un’asse inclinata sotto per tenerlo fermo. Tutti quattro i ragazzi si mettevano in fila dietro il padre per lavarsi. Quando Charles si arrotolava le maniche della camicia fatta in casa per insaponarsi, il suo braccio muscoloso si gonfiava e guizzava. Billy lo osservava con orgoglio, pensando: “Quello è il mio papà. Lui è forte. Vivrà cento anni. Quando io sarò un uomo vecchio, starò ancora a guardare il mio papà con quei grossi muscoli”. Charles era alto solo 1 metro e 70. Billy ereditò i capelli neri e ricci di suo padre e il bell’aspetto irlandese, ma non il suo forte fisico. Invece Billy era magro e snello come sua madre.
     Il turno per lavarsi di Billy era il successivo. Stette molto attento che il sapone di liscivia fatto in casa non gli andasse negli occhi. Una volta gli era bastata come lezione. Si asciugò con un asciugamano che sua madre aveva ricavato da un sacco vuoto di farina di mais. L’asciugamano era ruvido e fastidioso, così Billy si sfiorava leggermente. Sopra la panca per lavarsi, un pezzo di specchio rotto era trattenuto all’albero da cinque chiodi curvati. Billy si arrampicava sulla panca affinché si potesse vedere mentre si pettinava i riccioli ribelli con il pettine di latta.
     Charles aveva costruito il tavolo da pranzo e le panche con delle vecchie assi del fienile. Le panche sembravano dei banchi di chiesa. Billy a cena sedeva sempre vicino a suo padre. Zuppa di fagioli era il vitto usuale con pane di granoturco, cipolle bollite e burro. Ella cuoceva il pane in una pentola, poi lo metteva su un vassoio e faceva passare il piatto intorno alla tavola così che ognuno potesse prenderne un pezzo mentre passava. Billy ne prendeva sempre un angolo perché aveva molta crosta e a lui piaceva molto immergere la crosta del pane nella zuppa.

Il 14 maggio del 1914, Billy ebbe un altro fratello, Edgard Lee Branham, gli anni che seguirono furono per Billy un periodo confortevole. Ogni sabato pomeriggio, suo padre prendeva in prestito dal sig. Wathen un mulo e un carro coperto, caricava la famiglia e percorreva 11 km per andare alla drogheria in città. I quattro Branham più giovani rimbalzavano nel retro su di un mucchio di paglia, ma Billy doveva salire sul carro davanti con suo padre e sua madre. Billy era sempre eccitato quando dovevano andare al negozio perché sapeva già ciò che sarebbe successo. Charles, il quale guadagnava 3. $ e 50 alla settimana, spesso ne spendeva 3 al negozio. Occasionalmente la spesa più grossa era per un sacco di zucchero di canna (non raffinato) o un barile di creckers salati; ma generalmente comprava prodotti principali come fagioli, patate e farina di granoturco — una sorta di cibo che si manteneva a lungo. Dopo che Charles aveva pagato il conto, il signor Grover, il droghiere, gli dava un sacchetto di bastoncini di caramelle alla menta per i suoi ragazzi.
      Dietro nel carro, cinque paia di occhi osservavano ansiosamente come papà divideva equamente i bastoncini di caramella per i cinque ragazzi. Istantaneamente i quattro Branham più giovani succhiavano velocemente i loro bastoncini alla menta fino all’ultimo. Ma Billy era più furbo. Lo succhiava per un po’, poi arrotolava la sua caramella in un pezzo di carta strappata da un sacchetto della drogheria e la metteva nella tasca. Ne avrebbe avuto bisogno più tardi.
       Il sabato sera riempivano la grande tinozza di cedro con acqua calda e uno dopo l’altro facevano il loro bagno settimanale, senza cambiare l’acqua. Ella strofinava forte Billy con sapone di liscivia, dicendo: “Voglio vederti divenire pulito come una cipolla pelata”. Poi lo asciugava strofinandolo con un asciugamano di sacco di farina fintanto che sentiva come che la sua pelle se ne fosse andata. Ella constatò che Billy non stava mangiando una dieta bilanciata; così ogni settimana dopo il bagno gli faceva ingoiare un cucchiaio pieno di olio di ricino, perché credeva che lo avrebbe prevenuto contro i raffreddori. Billy guardando quel grande cucchiaio pieno di oleoso olio di ricino supplicava: “Oh, mamma, per favore non farmelo prendere. Mi fa stare così male, non posso sopportarlo”. Ella diceva, “Se non ti fa star male, non ti farà alcun bene”. Billy tenendosi il naso prendeva la cucchiaiata in bocca, cercando di ingoiarlo, disgustato e tutto agitato alla fine riusciva a mandarlo giù.
    La domenica Ella cucinava lo “Stufato all’Irlandese”— rape, carote, cavoli, patate, fagioli, farina di mais e un grosso pezzo di manzo; ogni cosa era bollita insieme nella pentola. Con ciò che avanzava mangiavano per due o tre giorni.
       Il lunedì Ella lavava i vestiti fuori dalla baracca in un bollitore di ferro riscaldato sopra un fuoco, all’aperto. Billy, essendo il più vecchio, doveva tagliare i rami di robinia per il fuoco. A lui toccava anche di riempire il bollitore con l’acqua — un lavoro difficile per un ragazzo della sua età e della sua statura.
     “William”, lei chiamò.
     “Sì, mamma”.
     “Vai alla sorgente a prendere un secchio di acqua”.
    Billy pensò a quanto affaticava le sue spalle quel pesante secchio di cedro, perfino quando era pieno a metà. Egli sentì nella sua tasca quel pezzo di caramella alla menta avvolta nella carta. Poi incontrò suo fratello Edward e gli disse: “Humpy”— Billy chiamava spesso suo fratello Humpy — “Ti dirò quello che farò. Ti lascerò leccare questa caramella fino a che avrò contato fino a dieci, se tu andrai a prendere quel secchio di acqua per me”. Edward felicemente andò a prendere l’acqua e Billy lo ricompensò offrendogli il bastoncino alla menta. Billy cominciò a contare, “uno, due, tre”…
       Edward, leccando il più veloce possibile, si lamentò, “Non così veloce. Stai contando troppo velocemente. Ricomincia”.
       Billy ricominciò di nuovo ed Edward ebbe alcune extra leccate. Quindi Billy avvoltolò di nuovo il bastoncino alla menta e se lo mise nuovamente in tasca. C’erano altri lavori domestici da fare il lunedì, ma finché la sua caramella durava, Billy era un ragazzo agiato. Il giorno del bucato Ella usava un lungo bastone di noce piatto per mescolare i vestiti nel bollitore bollente, pescandoli fuori quando erano pronti. Lei teneva il bastone appeso su un chiodo appena dietro la porta della baracca. Quella pagaia di noce serviva a molte funzioni. Ella schiacciava i grumi della paglia dei materassi con esso, poi sprimacciava i piumoni del letto. Charles lo usava anche come una verga di correzione. Qualche volta, se uno dei ragazzi era stato cattivo e si aspettava una dose di sculacciate, il bastone di noce scompariva misteriosamente. Charles riusciva ad arrangiarsi sempre anche senza di esso, usando invece la cinghia del rasoio ricavata da una vecchia cintura o altro, usando la bacchetta del suo fucile. Tutti i piccoli Branham ebbero un’ “istruzione” fuori nella legnaia, correndo a gambe levate davanti al padre il più forte che potevano correre mentre li frustava facendo i loro sederi rossi. Charles chiamava questo, “Battere il diavolo fuori da loro”.
      In un’occasione, Edward complottò un piano birichino. “Billy”, disse: “Mamma e papà stanno zappando nell’orto. Se tu entri e prendi dello zucchero, io prenderò dei krackers e ci incontreremo nel fienile”. Ciò sembrò abbastanza buono a Billy. Ella teneva lo zucchero di canna in una scatola nella baracca. Lei spesso lo mescolava con acqua per fare lo sciroppo per le loro frittelle della colazione. Billy si intrufolò nella baracca, tirò fuori una grossa manciata di zucchero e s’incamminò verso il fienile.
       Il giardino era a mezza strada giù per la collina tra la casa e il fienile. Charles si drizzò su dalla sua zappa, mentre si asciugava la fronte col fazzoletto a scacchi rossi e bianchi. Lui notò suo figlio più grande che camminava con il braccio opposto rigido come se stesse nascondendo qualche cosa. Charles disse: “Dove stai andando, William”?
       “Sto scendendo giù al fienile”.
       “Che cosa hai nella mano”.
       Billy pensò, “Oh, oh”. Cercò di essere evasivo. “Quale mano”? Charles disse: “Vieni qua”.
       Dopo ciò Billy non volle più zucchero per molto tempo.

Alla fine dell’agosto 1916, dopo che una trebbiatrice con il motore a vapore aveva finito di sgranare le pannocchie, Ella imbottì con i nuovi involucri delle pannocchie i pagliericci. Quella sera, poco dopo che i ragazzi furono mandati a dormire sul solaio, Billy strillò come se un fantasma avesse toccato la sua guancia. Ella si precipitò verso la scala e chiamò, “Billy, per amor del cielo che c’è che non va”? “Mamma c’è qualcosa nel letto con me”
     “E’ solo una cavalletta intrappolata dentro con i nuovi involucri. Ora mettiti giù e dormi”.
   “Mamma, non posso dormire con quell’animale che salta là dentro”. Ella prese la lampada ad olio e salì la scala del solaio, affinché suo figlio potesse avere luce. Aperto un lato del materasso, Billy scavò dentro gli involucri nuovi finché scoprì la temeraria cavalletta. Quindi la lasciò uscire spingendola attraverso una fessura tra il tetto e la parete che non combaciava uniformemente.
   Più tardi Ella sorrideva riguardo al fatto, mentre lo stava raccontando a Charles. Ma lei non poteva dire a suo marito della sua profonda preoccupazione per Billy. Il ragazzo era stato ultimamente nervoso ed il cibo lo faceva stare male. Più di una volta lo scorso mese dopo cena si era lamentato di disturbi allo stomaco e eruttazione di acido. Era lui nervoso a motivo che presto sarebbe cominciata la scuola? O era qualcos’altro che lo disturbava? Poteva essere dovuto al fatto che suo padre beveva?
     In Settembre Billy ed Edward incominciarono la scuola insieme. Billy aveva sette anni e mezzo. Sebbene fosse 11 mesi più vecchio di suo fratello Edward per la statura potevano essere presi per gemelli; Edward era solo un pizzico più piccolo.
       Billy non aveva vestiti per la scuola. Per tutta l’estate andò a piedi nudi e senza camicia, indossando una tuta con la pettorina tutta stracciata e rattoppata. La famiglia non poteva permettersi dei nuovi vestiti, così Ella improvvisò: prese la giacca consumata del matrimonio di Charles, la tagliò e ne fece un paio di pantaloni. Charles venne a casa con un paio di calzetti bianchi e un paio di scarpe da tennis usate che gli andavano a stento e ciò completò il guardaroba di Billy.
       Quando Ella finì di vestirlo per la sua nuova avventura, disse: “Ecco. Ora fatti vedere”. Indietreggiò per avere una migliore prospettiva. Billy sembrava così antiquato in quei pantaloni fatti in casa e quelle scarpe da tennis usate, con i suoi capelli lunghi che gli scendevano giù sul collo. Era così magro, Ella poteva contargli le costole sul suo petto nudo. Lei sorrise, sapendo che aveva fatto il meglio che poteva con quello che aveva. Sfortunatamente suo figlio più grande doveva andare a scuola senza una camicia. Così, una fredda mattina del settembre del 1916, Billy ed Edward camminando a fatica per la strada del fiume andarono all’Utica Picke School, la quale era una tipica scuola rurale di una stanza situata in mezzo alle colline in vista del fiume Ohio. La signora Temple sarebbe stata la loro insegnante per molti anni. Lei insegnò per tutti gli otto anni di scuola elementare, con studenti che variavano in età dai 6 ai 15 anni. A scuola Billy imparò più delle: “Tre R’s”. (reading, (w )’riting,(a)’rithmetic ), le tre erre (leggere, scrivere e far di conto, come base dell’istruzione elementare). Improvvisamente la sua prospettiva del mondo si espanse. Come si sedette in classe, ebbe tempo di compararsi con gli altri ragazzi. Le differenze gridarono a lui. Questi erano ragazzi di campagna e ragazze come lui, ma la maggior parte di loro portavano bei vestiti e scarpe adatte. Tutti loro indossavano camice. A pranzo gli altri ragazzi mangiavano panini e biscotti o torta per dessert. Billy mangiava fagioli e qualche giorno non mangiava affatto il pranzo. Incominciò a capire che la sua famiglia era povera.
      Dall’inizio Billy fu bollato come un estraneo dai ragazzi più vecchi. Lo chiamavano “corn cracker” (bianco povero, nome spregiativo) e gli facevano dispetti a motivo del suo buffo parlare, con accento montanaro tipico della gente delle montagne del Kentucky. E lo deridevano per il suo aspetto rozzo.
      Alcune settimane dopo l’inizio della scuola, Billy ed alcuni altri ragazzi della sua età decisero di passare un pomeriggio pescando allo stagno del “Ghiaccio” dietro la baracca dei Branham. Lo chiamavano stagno del “ghiaccio” perché il signor Wathen ogni inverno tagliava fuori da esso blocchi di ghiaccio, immagazzinandolo nella segatura, per poi usarlo durante l’estate per mantenere fresche le celle frigorifere della sua latteria. Billy si entusiasmò per il fatto che questi ragazzi l’avessero incluso nei loro piani. Non solo egli amava pescare, ma desiderava ardentemente far parte della “banda”.
       Dopo la scuola Billy corse a casa, impaziente di prendere la canna da pesca fatta da sé, giù dal solaio. Le sue scarpe da tennis erano troppo strette e gli avevano generato un doloroso callo sul dito grosso del piede. Quel giorno a scuola era stato distratto a motivo del callo. Ogni volta che muoveva il piede, il callo lo torturava così tanto che non poteva porre mente ai suoi compiti in classe. Ora, nel suo eccitamento e fretta, scordò facilmente il suo dolore. Entrò di corsa nella baracca ed aveva appena messo un piede sul piolo della scala, quando sentì una forte mano afferrargli la spalla. Suo padre lo girò.
      “Billy, ho un importante lavoro da farti fare questo pomeriggio. Voglio che tu porti l’acqua alla distilleria per me”.
     Il cuore e gli arti di Billy si pietrificarono. “Ma papà, questo pomeriggio stavo andando a pescare con i miei amici”.
     “Puoi andare a pescare domani. Sto preparando per far uscire una partita di whiskey stasera e sono in ritardo. Devo avere abbastanza acqua nel capannone per tenere gli alambicchi freddi. Tu sei abbastanza grande per lavorare ed ho bisogno del tuo aiuto. I secchi sono giù nel fienile, messi vicino alla pompa. Ora sali su a cambiare i tuoi vestiti. Io sarò su, dietro al capannone a preparare i distillatori”.
      Lentamente Billy salì la scala, girando la testa così che suo padre non vedesse le sue lacrime.
       “E ricorda”, aggiunse Charles, “Taci. Non una parola di questo con nessuno”. “Sì, papà”.
      Sebbene il proibizionismo nazionale non fosse stato emanato fino al 1919, certi stati avevano leggi anti alcolici nella zona fin dal 1906. Nel 1916, l’Indiana era già uno stato “proibizionista”. Charles non poteva stare senza il suo whiskey. Da quando non aveva abbastanza denaro da comprarlo al mercato nero, lui e un vicino, il signor Dornbush, fabbricarono un distillatore di alcool di contrabbando nel capannone dietro casa per bollire la loro bevanda casalinga, fermentata. Dopo aver venduto ciò che era avanzato ai vicini assetati ed intascato un po’ di denaro extra, decisero di costruire una seconda distilleria. Questa sera stavano per farle funzionare entrambe e tutto era pronto.
      Billy sedette a lungo sul suo materasso di paglia, sentiva il callo del suo piede pulsare ad ogni battito del cuore. Alla fine trovò la forza per cambiarsi. Con grande sollievo, tolse le scarpe. Scivolando fuori dai suoi pantaloni di scuola, si dimenò dentro la sua vecchia salopette. Al posto delle bretelle ora la tuta era tenuta su da una cordicella, con chiodi per bottoni. I chiodi scivolavano facilmente dalle asole della pettorina ma quando li piegava non uscivano. In seguito prese un torsolo di granoturco e lo legò sotto il dito dolorante per tenerlo sollevato da terra.
      Lentamente scese la scala e faticosamente si incamminò giù per la collina verso il pozzo vicino alla baracca. Due secchi della melassa giacevano vicino alla leva della pompa. Billy li riempì con la pompa. Ogni secchio conteneva circa due litri di acqua ed era tutto quello che i suoi muscoli di sette anni potevano alzare, quei due secchi, con i manici di ripiego fatti di cordicelle intrecciate.
       Il pomeriggio era caldo e tranquillo. Non un alito d’aria agitava la secca erba gialla. Come Billy si mise in cammino per il sentiero udì delle risate provenire dal lago “del ghiaccio” non molto lontano. I Suoi amici erano già là, pescando, scherzando e divertendosi. Lo sconforto di Billy si scatenò in un fiume di lacrime.
    A metà strada su per la collina, vicino al giardino, Billy si sedette per riposare all’ombra di un grande pioppo argentato. Righe fangose marcavano le sue guance dove le lacrime gocciolavano. Egli si lamentò: “Non è orribile; tutti quei ragazzi laggiù a pescare, ed io devo stare a casa e portare l’acqua”. Udì un suono come un fruscio di foglie scosse dal vento — whossssh. Ma Billy non sentì il vento. Pensò: “Che cos’è questo”?— e si guardò in giro. Le foglie, che avevano già cominciato ad ingiallire, stavano perfettamente immobili. Non si poteva vedere nemmeno un cenno di vento da nessuna parte. Egli continuò con il suo broncio. “I loro padri non fanno questo. Perché io devo portare l’acqua a quelle distillerie clandestine”?
  Egli poté udire nuovamente il fruscio delle foglie. Alzatosi, guardò tra i rami sopra di lui, ma non vide nulla che si muovesse. Strillò altre lagnanze, quindi prese su i secchi e si avviò per il viottolo, il suo dito fasciato lasciava una particolare traccia dietro di lui sul sentiero sterrato. Aveva fatto solo un pezzettino di strada quando udì nuovamente quel rumore — Whossssh — più forte di prima. Billy si girò e questa volta lo vide. Un turbine roteò fra i rami a metà albero. Ciò di per sé non era strano. I turbini in autunno erano consueti. Lui li aveva visti spesso roteare attraverso i campi, raccogliendo foglie secche e portandole con se. Ma quei turbini andavano sempre in qualche luogo, muovendosi sempre attraverso la superficie della terra. Questo turbine sembrava essere fermo in un posto. Affascinato, Billy guardò le verdi, brune e gialle foglie che frusciavano e turbinavano. Improvvisamente una voce rimbombò dall’albero — una voce profonda, risonante, disse:
   “Non bere mai, o fumare o contaminare il tuo corpo in alcun modo. Ci sarà un lavoro da fare per te quando sarai più grande”.
Billy udì la voce così chiaramente come fosse suo padre a parlare — ma non era la voce di suo padre. Non aveva mai sentito una tale terrificante voce prima. Lasciò cadere i secchi e scappò via correndo verso la baracca gridando con tutti i suoi polmoni.
       Ella lo raccolse nelle sue braccia. “Billy, cosa c’è? Ti ha morso un serpente”? Lei pensò che forse, camminando per il prato, suo figlio avesse pestato un serpente mocassino, testa di rame — serpente velenoso comune in quel paese.
  “No, mamma balbettò, indicando giù nella collina verso il giardino. C’è un uomo in quell’albero laggiù”.
      “Oh, Billy, Billy. Va. Smettila e vai a dormire”.
     “No, mamma. C’è un uomo in quell’albero e mi ha detto di non bere o fumare”.
    A questo, Ella rise. Strinse suo figlio tra le braccia e lo baciò sulla fronte, cercando di calmarlo. Ma Billy rimaneva nervoso e non si calmava. Lo mise a letto, poi andò di fretta dal vicino di casa più prossimo che aveva un telefono e chiamò un dottore. Dopo aver udito la storia, il dottore disse: “Il ragazzo è solo nervoso. Gli passerà”. Billy quella sera a cena ripeté la storia. “C’è un uomo in quell’albero ed ho sentito quello che mi ha detto. Io non passerò mai più di là”. E non lo fece mai. Da quel giorno in poi, ogni qualvolta lui andava al fienile evitava l’albero di pioppo, girando attorno al giardino dal lato opposto.

Due settimane più tardi Billy ed Edward erano di fronte alla baracca che giocavano a biglie sotto il melo, quando improvvisamente Billy sentì qualcosa di strano venire sopra di lui — una pressione che gli fece formicolare la pelle, come se qualche tipo di energia invisibile l’avesse circondato. Alzò lo sguardo. In qualche modo il fiume Ohio sembrava più vicino di quanto lo fosse prima. Come Billy guardò fisso in giù il fiume verso Jeffersonville, la regione selvaggia cambiò di fronte ai suoi occhi. Un ponte si formò su una riva, attraversando il fiume, pezzo dopo pezzo, costruito con rapidi movimenti. Esso non era come il basso, piatto ponte che aveva attraversato quando si trasferì in Indiana. Questo ponte sembrava immenso, con un’enorme arcata di ferro che lo sosteneva. Billy non aveva mai visto prima qualcosa di simile. Guardando più attentamente, notò degli uomini che lavoravano in alto sulla sovrastruttura. Poi vide una campata che si rompeva. Degli uomini caddero giù dalla trave in movimento lento. Billy li contò mentre cadevano. Lui vide 16 uomini scomparire sotto l’acqua oscura.
    Lasciando cadere il suo sacchetto di biglie, Billy corse verso casa, gridando privo di controllo. Ella fece del suo meglio per calmarlo. Quando finalmente fu in grado di raccontare la sua storia, lei disse: “Billy, lo hai solo sognato”.
    Billy insistette, “No, mamma. Ho avuto questa strana sensazione. Ho guardato verso il fiume, l’ho guardato bene! L’ho visto! Oh, mamma, ho paura”.
      Charles diede la sua opinione. “Il ragazzo è solo nervoso, come disse il dottore”.
      Ma Ella non era così sicura. Lei si ricordò di un giorno quattro anni prima quando Billy aveva farfugliato qualcosa su un uccello che gli diceva che avrebbero vissuto vicino a New Albany. Abbastanza stranamente, ciò si era avverato. Un ponte attraverso il fiume? Sedici uomini che muoiono? E se accadesse un giorno? Ella scrisse l’episodio, pensando: “Staremo a vedere”.